L'insieme dei processi che consentono di trasferire il bolo alimentare dalla bocca allo stomaco.

  • Che cos'è la compressione del seno? A che cosa serve?

    La compressione del seno è una tecnica che serve a mantenere il bambino attivo al seno e a fargli assumere più latte.

    Per prima cosa impara a riconoscere quando il bambino sta “bevendo” bene e prendendo latte: la sua suzione mostra una sequenza “apri-pausa-chiudi”. Noterai anche movimenti vicino all’orecchio e alla tempia di tuo figlio.

    Quando tuo figlio sta poppando attivamente, non è infatti necessario comprimere il seno.

    Quando invece smette di poppare attivamente, e “ciuccetta” (la bocca si muove ma senza movimenti verso le tempie e le orecchie), comincia la compressione del seno.

    Sorreggi il seno con una mano, il più possibile accostata alla cassa toracica, il pollice da un lato e le altre dita dall’altro lato del seno, in modo da averne una buona porzione nella mano. Poi schiaccia il seno fra il pollice e le altre dita, comprimendolo. Quest’azione dev’essere fatta con decisione, ma non così forte da far male.

    Il bambino ricomincia a poppare attivamente (suzione a bocca aperta-pausa-chiusa). A quel punto, puoi mantenere la compressione, finché tuo figlio non ricomincerà a “ciuccettare” invece di “bere”. Non interrompere la compressione durante la suzione attiva; quando si mette solo a “ciuccettare”, allora puoi rilasciare la mano, per non stancarla, e per permettere al latte di fluire ancora da altre zone del seno.

    Quando si rilascia la pressione, alcuni bambini smettono di succhiare. Se il bambino non riprende a poppare attivamente entro dieci secondi circa, comprimi di nuovo il seno.

    Ogni volta che comprimi il seno, sposta leggermente la mano in un'altra posizione, in modo da comprimere ogni volta zone differenti del seno.

    Se inizialmente la compressione non dà risultati, questo non significa che tu debba immediatamente cambiare seno. Ma via via che il bambino poppa sempre più tempo a un seno, la compressione funzionerà sempre meno, e il flusso del latte rallenterà; e i bambini rispondono al flusso di latte.

    Se la compressione non ha più effetto e tuo figlio si sta addormentando o cominciando a irritarsi per la lentezza del flusso, prova a staccarlo dal seno e offrirgli l’altro lato. Potrai poi ripetere il ciclo, da un seno all’altro, tutte le volte che occorre, finché la compressione non riesca più a mantenere il bambino attivo.

    Prova a sperimentare. Sebbene questa tecnica funzioni bene con molte madri, metti in atto qualunque variazione che funzioni bene per te. Finché comprimere il seno non è fastidioso per te, e il bambino assume latte, allora significa che la tecnica sta funzionando.

    (adattato da “Allattamento al seno – Il libro delle Risposte”, vol. 1 p. 163)

     

     Guarda il video 1E sulla compressione - clicca qui

     

    Puoi approfondire ulteriormente questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Che cosa succede quando il bambino poppa?

    Quando il bambino poppa dal seno (o estrai il latte con le mani, o il tiralatte è al lavoro), vengono stimolate le terminazioni nervose del capezzolo e dell’areola. Queste fanno partire una cascata di ormoni che, mandando segnali all’ipofisi, avviano la produzione di prolattina e ossitocina poi secrete nel circolo sanguigno.
    Il rilascio di prolattina stimola le cellule alveolari a produrre latte e l’ossitocina è responsabile del rilascio nei dotti del latte prodotto ed immagazzinato negli alveoli in attesa che qualcuno lo chieda; l’ossitocina svolge questo ruolo inducendo la contrazione dei muscoli che contornano gli alveoli. In questo modo il latte viene spruzzato fuori dal seno stesso, che collabora col bambino!

    Questo fenomeno, grazie all’azione finale svolta dall’ossitocina, prende il nome di riflesso di emissione, riflesso di eiezione, discesa del latte o calata... Molti dialetti lo chiamano ancora in modo diverso.
    Il riflesso di emissione può verificarsi anche senza la stimolazione fisica della suzione del bambino; per esempio alcune madri raccontano che “la calata” si verifica ogni volta che sentono piangere un bambino, proprio o altrui.

    Durante la poppata possono verificarsi più riflessi di emissione successivi: a differenza da quanto accade col biberon, da cui il latte esce in modo costante, il latte esce dal seno “a ondate”, che potresti riconoscere osservando il cambiamento nel modo di succhiare del tuo bambino o per una sensazione di formicolio nel momento in cui il latte inizia a fluire.

    Molte donne avvertono questa sensazione solo nelle prime settimane, alcune solo in occasione del primo riflesso di emissione, altre non la avvertono mai: non è certo un problema. La quantità o la qualità del latte non ne sono modificate.

    Puoi approfondire tutti gli aspetti dell’anatomia del seno al lavoro in questo articolo Anatomia di un seno al lavoro.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Come faccio a sapere se il mio bambino sta bene e riceve latte a sufficienza?

    La crescita dei bambini non è costante: i bambini non crescono ogni settimana dello stesso numero di grammi, e più sono grandi di età, più lentamente crescono.
    La crescita del bambino va misurata a partire dal peso più basso raggiunto dopo la nascita, e non dal peso del bambino alla nascita. Questo perché nei primi giorni un calo di peso fino al 7% è fisiologico. In pratica se il tuo bambino alla nascita pesa 3 kg e 500 grammi, nei primi giorni potrà perdere fino a 245 grammi circa, arrivando a pesare 3 kg e 255 grammi circa, senza che ci sia bisogno di preoccuparsi. Questo nuovo peso sarà quello da utilizzare come base per calcolare la crescita del tuo bambino.
    Il recupero del calo fisiologico dovrebbe avvenire entro 2 - 8 giorni.

    La crescita media, a quel punto dovrebbe essere di circa 30-45 g. al giorno, ma il tuo bambino può prendere anche di più o di meno di questo peso indicativo ed essere comunque soddisfatto. Non è necessario pesare ogni giorno il bambino, basta pesarlo una volta alla settimana e calcolare poi la media, dividendo il peso guadagnato dalla pesata precedente per i numeri di giorni tra una pesata e l’altra.
    Un altro indicatore per capire come stia andando la crescita del tuo bambino sono le feci. Un bambino che sta assumendo sufficiente latte, per le prime sei settimane dovrebbe evacuare con feci “OK” almeno 3 volte nelle 24 ore. Le feci per essere “OK” dovranno essere perlomeno della dimensione del cerchio che si fa tra indice e pollice quando si fa con la mano il segno dell'OK.

    Verifica che i capezzoli non ti facciano male; in caso di dolore prova a guardare il video sull’attacco efficace: a volte bastano pochi semplici accorgimenti per rendere la poppata indolore e quindi più efficace (se non risolvi puoi contattare una Consulente); dovresti notare l’emissione di latte nel giro di qualche minuto (di solito molto prima) e il seno sensibilmente più morbido al termine della maggior parte delle poppate.
    Nel corso di una poppata efficace - solitamente all’inizio - il tuo bambino ha gli occhi aperti e procede inizialmente con rapide ciucciate che diventano 
    poilente (circa una al secondo), con qualche pausa in cui lo vedrai deglutire.

    Indicativamente la durata complessiva per la maggior parte delle poppate va dai 20 ai 40 minuti (ma anche molto di più o molto di meno! :-) ).
    Quello che dovresti notare è un appagamento temporaneo, il bambino che si addormenta pian piano verso la fine della poppata, finchè non riprende a poppare. Quando sta poppando appagato, le sue manine sembreranno abbandonate e la sua espressione è serena per la maggior parte del tempo.

    Puoi approfondire ulteriormente questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

     

  • Come posso incrementare la mia produzione di latte?

    Questo è un problema che interessa tante mamme che allattano. Molte donne non sono informate del fatto di poter incrementare la loro produzione di latte.

    Talvolta l'allattamento procede meravigliosamente, poi accade qualcosa per cui la mamma comincia a chiedersi se sia davvero in grado di produrre abbastanza latte per nutrire il suo bambino. Il piccolo potrebbe voler poppare "tutto il tempo" o il seno potrebbe sembrare più morbido e non più così "pieno" com'era nelle prime settimane dopo il parto.

    Innanzitutto è necessario individuare alcuni "falsi allarmi" riguardo alla produzione di latte.Si può dire che un bambino in salute, nato a termine e allattato sta prendendo abbastanza latte se:

    • A partire dal terzo giorno dopo la nascita, ha almeno 2-5 scariche intestinali al giorno(in bambini che hanno più di 6 settimane sono normali scariche anche meno frequenti).
    • A partire dal terzo o quarto giorno di vita, bagna bene di pipì almeno 5-6 pannolini al giorno(6-8 pannolini in cotone).
    • Il bambino sta aumentando circa 30 grammi al giorno, partendo non dal suo peso alla nascita, ma dal peso più basso raggiunto a circa tre o quattro giorni di età.
    • Il bambino poppa frequentemente, ad intervalli di un'ora o un'ora e mezza fino a tre ore, facendo almeno 8-12 pasti al giorno.
    • Il bambino appare in salute, il suo colorito è buono, la sua pelle tesa, sta crescendo di peso, in lunghezza e nella circonferenza cranica, appare vispo e vivace.
    • Nel periodo compreso tra le 6 settimane e i 2 mesi di età del bambino, il corpo della mamma ha imparato quanto latte produrre e molte donne non sentono più il seno turgido. Questo non è un segno che il latte stia diminuendo, ma significa semplicemente che il corpo della mamma ha compreso la quantità di latte necessaria proprio per quel bambino.

     

    Un bambino può avere vari "scatti di crescita" nei primi mesi di vita. Generalmente questi avvengono intorno alle 2-3 settimane, a 6 settimane e a 3 mesi di età, ma possono verificarsi in ogni altro momento per ogni singolo bambino. Sono periodi in cui il piccolo vuole poppare di più e più frequentemente per stabilire una produzione di latte adeguata alle sue esigenze.

    Assecondare la richiesta del bambino, lasciandolo poppare tutte le volte e per tutto il tempo che vuole, agisce sulla produzione di latte della mamma e le permette di avere maggiore quantità di latte entro alcuni giorni.

     

    Facciamo un esempio per capire perché sia importante lasciar libero il bambino di poppare a richiesta:

    abbiamo molta fame, ma mangiamo solo un piccolo spuntino. Potrebbe non bastare, poiché stiamo facendo attività sportiva intensa che consuma molte calorie (proprio come accade quando un neonato cresce di decine di centimetri e raddoppia il suo peso in pochi mesi) e quindi abbiamo ancora fame. Il nostro corpo vuole mangiare di più e non sarà soddisfatto finché non mangerà abbastanza. Al bambino accade la stessa cosa - tenerlo a lungo senza poppare equivale a far aumentare la sua frustrazione e la sua fame.

    Se davvero c'è bisogno di aumentare la produzione di latte, allora la prima cosa da fare è cercare aiuto. Se il bambino non sta crescendo bene, o sta perdendo peso, è bene mettersi in contatto con il medico. Quasi sempre migliorare la gestione dell'allattamento aiuta a risolvere la questione velocemente, ma in alcuni casi uno scarso aumento di peso può indicare un problema di salute.

    • Un bambino sonnolento potrebbe aver bisogno di essere svegliato e incoraggiato a poppare molto frequentemente, anche durante la notte, per aumentare la stimolazione del seno e la quantità di latte assunta durante le 24 ore.
    • Se la mamma sente dolore, potrebbe esserci invece un problema nella posizionedi allattamento e/o nell'attacco al seno: se non si è sicure che il bambino stia succhiando efficacemente, è bene consultare una Consulente de La Leche League o un altro specialista dell'allattamento che possa essere di aiuto.
    • Se il bambino non cresce bene ed il pediatra ha prescritto aggiunte di formula artificiale, sarebbe opportuno che queste fossero somministrate con modalità che noninterferiscano con la suzione al seno, ad esempio usando un cucchiaio, una tazzina o con un dispositivo di alimentazione supplementare (DAS; vedi qui il video "Come costruire e usare in DAS, dispositivo di alimentazione supplementare"). Il biberon invece potrebbe interferire con l'allattamento. L'aggiunta potrebbe essere anche soltanto di latte materno, tirato e poi offerto nelle modalità scelte dalla mamma.
    • Se si sta somministrando formula artificiale, è rischioso interrompere bruscamente le aggiunte ed è consigliabile quindi diminuirle con gradualitàmentre si sta lavorando per stimolare maggiormenteil seno e quindi si aumenta la produzione di latte. Per essere sicure che il bambino stia mangiando abbastanza, si possono controllare i pannolini bagnati o sporchi, ed è opportuno essere in contatto con il pediatra per un controllo periodico del peso e della salute generale.
    • È utile anche "movimentare" la poppata, cambiando seno due o tre volte, per aiutare il bambino a conservare l'interesse a poppare perché si mantiene veloce il flusso di latte: appena noti che la suzione rallenta o si ferma, puoi porgere l'altro seno. Anche la compressione del seno aiuta. Entrambe queste cose aiutano a stimolare in modo efficace la produzione di latte poiché in questo modo si riesce con più facilità a svuotare i seni.
    • È importante che la mamma si prenda cura di sé stessa, ascoltando il più possibile i propri bisogni per quanto riguarda il riposo, il rilassamento, l'alimentazione e un'adeguata idratazione, anche chiedendo - per quanto possibile - sostegno e aiuto pratico alle persone che le sono vicine, non tanto nella gestione del suo bambino ma in tutto il resto. 

     

    Puoi approfondire ulteriormente questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

     

  • Influenza dell'allattamento sullo sviluppo della cavità orale: un commento

    The Influence of Breastfeeding on the Development of the Oral Cavity: A Commentary 
    Brian Palmer - 1998

     

    Il senso comune, avvalorato dalla ricerca scientifica, designa l'allattamento come il metodo superiore di alimentazione infantile: i vantaggi nutrizionali, immunologici, psicologici e generali che esso conferisce alla salute del bambino sono stati documentati per anni (1-9). Legovic (10) ha elencato i benefici del latte materno in confronto a quello artificiale, compresi: contenuto nutrizionale ideale, miglior assorbimento, minor frequenza di allergie alimentari, facilitazione nello sviluppo psicologico, migliori difese immunitarie e un sostanziale vantaggio economico.

    Ma c'è un altro notevole beneficio dell'allattamento materno esclusivo: gli effetti positivi sullo sviluppo della cavità orale del bambino,che includono un perfetto modellamento del palato duro con appropriato allineamento dei denti e minori problemi di malocclusione. Lo scopo di questa dissertazione è stimolare ulteriori ricerche, nonché sottolineare l'importanza dell'allattamento al seno nello sviluppo e nel mantenimento dell'integrità fisiologica della cavità orale.

     

    Rassegna della letteratura

    Effetti dell'allattamento o al biberon sulla deglutizione infantile

    Come ben sa lo specialista di allattamento, la chiave del successo dell'allattamento al seno è un appropriato attaccamento e deglutizione del neonato alla mammella, come è descritto da Woolridge (11), Escott (12), Weber (13) e Bosma (14). Quando l'attaccamento al seno è efficace, il neonato introduce nella bocca il capezzolo insieme a parte del tessuto areolare, ed estende la lingua oltre la rima gengivale inferiore. Le labbra sono incurvate verso l'esterno, sigillate sopra il tessuto dell'areola, creando una buona tenuta. In una fase iniziale, la suzione è necessaria per effettuare la presa e per allungare seno e capezzolo all'interno della bocca, fino al punto di giunzione fra palato duro e palato molle. Se la tenuta non è buona, sono necessarie ripetute suzioni. Finché la bocca si mantiene sigillata sul seno, il bambino può ottenere facilmente il latte, attraverso un movimento di tipo peristaltico della lingua che comprime la morbida porzione del capezzolo contro il palato.

    Il lattante deve comprimere il tessuto areolare, dato che i seni lattiferi materni sono situati sotto questa zona. Comprimendo la zona dei seni lattiferi, viene favorito il flusso del latte fuori delle numerose aperture presenti sul capezzolo. Quest'azione di compressione peristaltica della lingua spinge il latte verso la gola, dove il bambino lo inghiotte ottenendo il nutrimento (fig.1). Questo modo sano e normale di deglutire costituisce la base del corretto riflesso di deglutizione, che si manterrà fino all’età adulta. 


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    Fig.1- Attacco sul seno e moto peristaltico della lingua durante la suzione. Ristampato su permesso dall’articolo di Ros Escott,“posizionamento, attaccamento e trasferimento di latte”, Breastfeeding Review, 1989, 31-37. (fig.4: All’inizio di ciascun ciclo di “suzione” le mascelle comprimono i seni lattiferi (a), catturando un “boccone” di latte. La lingua si solleva alla sommità (b) ed un’onda di compressione procede all’indietro lungo la lingua (c, d) comprimendo il tessuto del capezzolo e del seno contro il palato duro. Il latte viene spremuto verso la fine del capezzolo (e) ed oltre, per essere  inghiottito. (Per una migliore commprensione di questo movimento,si veda anche il video pubblicato qui http://www.lllitalia.org/risorse/video.html)

    Confrontando gli aspetti meccanici dell'allattamento al seno con quelli al biberon, Weber (13) ha notato quest’azione peristaltica o di rotolamento della lingua nei bambini che poppano al seno. Al biberon invece la lingua effettua un movimento più simile a un pistone o a uno schiacciamento.Picard (15) ha scritto che il lattante è costretto a tenere la lingua in su per bloccare l'abbondante flusso di latte che fuoriesce dai larghi fori di uscita della tettarella, ed evitare che esca con troppa forza. Quest’anomala attività motoria della lingua si correla ad una condizione di spinta linguale o di deglutizione deviata.

    La figura 2 mostra una pressione della lingua, e il morso aperto che ne risulta, in un bambino e in due adulti. Weber (13) ha anche osservato che i bambini allattati, quando non stanno poppando, restano con il capezzolo moderatamente agganciato dalla lingua, mentre in quelli che succhiano il biberon è la tettarella che resta espansa ed aggancia la lingua. La differenza fra i movimenti e la posizione di riposo nella lingua dei bambini allattati al seno o al biberon dipende probabilmente dalla fattura stessa del materiale (lattice o silicone) della tettarella. Dato che per queste non esiste uno standard, gli effetti sulla suzione dei neonati allattati al biberon possono essere vari. 

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    Fig.2 - Dimostrazione della protrusione della lingua e conseguente malocclusione con morso aperto, in un adulto, che mantiene ancora la protrusione della lingua.

     

     

     

     

    Effetti dell'allattamento o della somministrazione col biberon sullo sviluppo della cavità orale

    Sviluppo muscolare: nel 1959, Picard (15) ha osservato che la suzione attiva al seno incoraggia lo sviluppo della mandibola, rinforzando i muscoli masticatori. Bosma (14) nel 1963 ha contribuito suggerendo che “la lingua, il labbro inferiore e la mandibola si muovono di concerto per portare il capezzolo dentro la bocca e svuotarlo ritmicamente con una serie di compressioni che procedono secondo una sequenza antero-posteriore".  Weber (13) ha concluso affermando che l’azione di "mungitura" della lingua durante la poppata al seno è più importante della suzione al fine di ottenere latte. Nel suo primo lavoro, Picard (15) suggerisce che gli effetti indesiderabili delle tettarelle sui neonati sono permanenti, e la correzione in momenti successivi della vita può essere estremamente difficile, poiché lo sviluppo muscolare potrebbe già essere stato influenzato. Mentre il robusto movimento di suzione al seno incoraggia lo sviluppo mandibolare, quello al biberon può realmente ostacolare la formazione di muscoli mandibolari forti. Newman (16) afferma che la precoce introduzione di biberon può causare problemi di suzione.

    Drane (17) nota che, durante l'allattamento, la forma del capezzolo è determinata dalla geometria interna della bocca del lattante. Invece una tettarella di gomma ha una forma propria, una forma specifica, ed è fatta di un materiale più rigido del tessuto della mammella. L'azione "a pistone" impiegata per ottenere il latte dal biberon è più potente ed esplosiva dell'azione di poppare al seno. Pertanto, la pressione applicata alla tettarella è maggiore che al seno; questa pressione è prodotta prevalentemente dalla muscolatura orale. Koenig (18) ha attestato che durante la poppata al biberon il bambino produce una suzione orale tramite la muscolatura orale, piuttosto che toracica. Woolridge (11) ha anche dimostrato che durante l'allattamento è richiesta una suzione minore che al biberon. Una suzione forzata provoca il rientramento delle guance, esercitando pressione sulle gengive e i denti ed influenzando la posizione di questi ultimi.  Quest'azione causa anche un'implosione dell'oro-faringe, incidendo sul suo sviluppo. Durante l'allattamento, per comprimere i seni lattiferi il bambino deve lavorare con le mascelle in modo naturalmente fisiologico. Quest'azione, unitamente a movimenti di deglutizione normale, aiuta lo sviluppo della muscolatura periorale (intorno alla bocca e alle mascelle).

    Sviluppo cranio-facciale ed eziologia delle malocclusioni

    Shepard (19) ha notato che l'incremento più massiccio nello sviluppo cranio-facciale avviene entro i primi 4 anni di vita, e si completa al 90% entro i 12 anni di età. Il tessuto della mammella, morbido ed elastico, ha un effetto benefico nel plasmare il palato duro, perché si schiaccia e si dilata in risposta all'azione della lingua del bambino. Quando il lattante mette in atto un movimento di tipo peristaltico per "strizzare" il latte dal capezzolo/areola, il suo palato duro viene delicatamente modellato in una conformazione arrotondata ad "U". Un palato conformato in modo fisiologico ed appropriato permette un corretto allineamento dei denti e riduce l'incidenza della malocclusioni.

    Nelle prime fasi di sviluppo della cavità orale il palato è malleabile quasi come cera molle. Pertanto, quando un oggetto è premuto contro la tenera struttura ossea, il palato può venire modellato in una forma innaturalmente stretta. Alla fine questo porta ad un inadeguato allineamento dei denti, ed il palato a "V" si correla in molte persone con le malocclusioni. Questa dinamica spiega anche come i denti posteriori dell'arcata superiore vengano forzati all'indentro provocando il "morso inverso". Una volta che si è sviluppata una malocclusione, ciò provoca un effetto a catena che danneggia il resto della bocca.

    Nel 1987, Labbok e Hendershot (20) hanno pubblicato uno studio di coorte retrospettivo su 9.698 bambini fra i 3 e i 17 anni di età. Tale studio ha mostrato la relazione esistente fra allattamento e malocclusione. I dati hanno provato che i bambini allattati per 3 mesi o meno avevano un tasso di malocclusione del 32,5%; i bambini allattati al seno per più di 12 mesi avevano invece un tasso di solamente il 15,9%. In questo studio, i bambini allattati al biberon avevano una probabilità 1,84 volte maggiore di avere malocclusioni, rispetto a quelli allattati al seno. Gli autori hanno concluso che ogni mese in più di allattamento materno contribuisce a diminuire la percentuale di malocclusioni.

    Altre abitudini infantili, non correlate al tipo di alimentazione, possono contribuire alle malocclusioni. Gli studi effettuati da Larsson (21,22) hanno concluso che la suzione prolungata del dito causa un morso aperto anteriormente, con la proinclinazione e protrusione degli incisivi mascellari, un allungamento dell’arcata superiore e uno spostamento anteriore della mascella. Gli studi di Bowden (23), Melsen (24), Paunio (25) e Ogaard (26) hanno trovato un'associazione diretta fra uso di succhiotti e malocclusioni. Il tipo di malocclusione descritto da questi autori include il morso inverso, la riduzione dell'ampiezza dell'arcata, minore altezza della faccia anteriore, rotazione dell'angolo del piano mandibolare, morso aperto e deglutizione con interposizione della lingua.

     

    Esame di crani storici

    Mi sono interessato all'argomento quando, nell’arco di più di 27 anni di pratica clinica, ho rilevato similitudini nelle modalità di malocclusione, difetti dentari e conformazione del palato duro di migliaia di pazienti. La mia ipotesi è stata che le tettarelle avevano avuto un influsso negativo sulla formazione del palato. Per verificarlo, ho iniziato a studiare crani antichi, appartenenti quindi a persone che necessariamente dovevano essere state allattate esclusivamente al seno.

    Storicamente l'allattamento materno è stato il metodo primario di alimentazione dei bambini fino a tempi recenti. Fildes (27) spiega che "sebbene biberon di vetro con la base sferica e a collo lungo, predisposte per avvitarvi un coperchio con una spugna all'estremità" furono inventate intorno al 1770, "le tettarelle di caucciù non entrarono nell'uso comune fino alla metà del XIX secolo". Confrontando i crani di persone che erano vissute prima o dopo l'introduzione di queste tettarelle, è possibile esaminare come esse hanno inciso sullo sviluppo della cavità orale.

    Larsson (28) ha studiato i crani medioevali di giovani svedesi, alla ricerca di malocclusioni che potessero essere correlate all'abitudine di ciucciare il dito o un oggetto analogo a un succhiotto. Ha trovato che le malocclusioni collegabili a simili abitudini erano estremamente scarse, cosa confermata dai rapporti sulle culture non industrializzate.

    La prima collezione di crani che ho valutato era conservata al Centro Medico dell'Università del Kansas, a Kansas City. Si tratta di 210 crani antichi che si ritiene provengano dall'India, una cultura dove, fino a poco tempo fa, predominava l'allattamento materno. Solo 4 di questi 210 crani (approssimativamente il 2%) mostravano segni di malocclusione. Uno di essi aveva un'asimmetria della mascella di origine genetica, ed altri 3 avevano un morso leggermente aperto, forse a causa di un'anormale attività motoria della lingua. I crani privi di malocclusioni (98%) avevano palati duri ampi, con arcate ad "U", ed un appropriato allineamento dei denti. In seguito agli studi su questo gruppo originario di crani, ho esaminato altri venti crani preistorici, di cui alcuni datati 70.000 anni, conservati al Dipartimento Antropologico dell'Università del Kansas. Anche questi crani mostravano occlusioni corrette, una presenza minima di carie, palati duri ampi e arcate ad "U".

    La valutazione finale è stata fatta su 370 crani conservati allo Smithsonian Institute di Washington, D.C. Erano crani preistorici di indiani nordamericani delle pianure, ed altri più recenti di americani datati dal 1920 al 1940. I crani preistorici mostravano la stessa conformazione descritta prima, mentre in quelli più recenti era evidente una distruzione e collasso significativo della cavità orale. Molti di questi crani recenti rivelavano gravi patologie periodontali, malocclusioni, denti mancanti, e qualche dentiera. Non era affatto questa la situazione dei crani preistorici, prima dell'invenzione del biberon, della tettarella e del succhiotto.

    Le malocclusioni erano state rinvenute raramente durante l'esame dei crani preistorici.

    La figura 3 mostra il confronto tra un cranio preistorico con un'arcata ad "U", e una moderna arcata a "V". L'arcata ad "U" offre abbastanza spazio per un corretto allineamento; quella a "V" è associata con accavallamento e malallineamento dei denti. Per comprendere meglio come l'allattamento al seno influenzi l'aspetto delle malocclusioni, si consideri che, dei circa 600 crani antichi che ho esaminato e valutato, pressoché tutti avevano perfette occlusioni. Tutti questi crani provenivano da popolazioni vissute prima dell'invenzione del moderno biberon, oppure da culture ove vigeva l’allattamento materno, e quindi queste persone per forza di cose dovevano essere state allattate.Questi crani mostravano universalmente una buona occlusione, poche carie dentali, ed archi dentali ben arrotondati in un'ampia "U". Nei crani più recenti, questa conformazione è stata rilevata in un numero molto inferiore.

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    Fig.3 - Comparazione fra il palato normale di un cranio preistorico, con arcata ad “U” e senza accavallamento dei denti, e un’arcata a “V” con accavallamento, appartenente ad un individuo moderno.

     

     

     

    L'allattamento materno e lo sviluppo delle vie respiratorie.

    Un altro problema che occorre durante il precoce sviluppo della cavità orale è la violazione dello spazio riservato alle cavità nasali. Quando la volta palatale è spinta verso l'alto, il pavimento della cavità nasale sale altrettanto. Dato che l'arco del naso non sale allo stesso modo, c'è una diminuzione dello spazio nasale totale. Questo può avere un effetto drammatico sull'efficienza respiratoria di un individuo, a causa della riduzione dello spazio delle fosse nasali. Kushida e altri (29) hanno dimostrato che un palato con un'arcata stretta e profonda, come è qui descritta, è un buon predittore del russare e dell'apnea ostruttiva durante il sonno. Gli individui con una buona occlusione invece hanno normalmente un'arcata ben arrotondata ad "U".

    Conclusioni

    Prevenire le patologie in modo naturale supera ampiamente l'alternativa che abbiamo, cioè trattare queste patologie con le nostre tecnologie più avanzate, che richiedono tempo e costi elevati. E' stato evidenziato il vantaggio immunologico, emozionale e nutrizionale dell'allattamento; questa relazione riporta un altro poco noto beneficio: la salute dentale.

    I bambini allattati hanno una migliore opportunità, rispetto a quelli nutriti con il biberon, di avere salute dentale, grazie agli effetti della suzione alla mammella sullo sviluppo della cavità orale e delle vie aeree. Grazie al minor numero di malocclusioni, questi bambini potrebbero avere minor bisogno di cure ortodontiche; in più, i bambini con uno sviluppo appropriato, ben conformato ad "U", delle arcate dentali, come comunemente si trova nei bambini che effettuano allattamento materno, potranno avere minori problemi nel russare e nell'apnea notturna più avanti nella loro vita.

    Glossario

    Allattamento materno(o al seno) - allattamento esclusivo del bambino, che si alimenta introducendo il tessuto del capezzolo e dell'areola materna all'interno della bocca.

    Deglutizione normale- una deglutizione che inizia con la punta della lingua nell'area della papilla maxillare anteriore (appena dietro gli incisivi superiori), e poi con un moto peristaltico simile ad un'onda comprime in alto contro la volta palatale, spingendo il bolo di saliva o di cibo posteriormente, e infine giù per la gola. La lingua non deve esercitare alcuna pressione dentro, contro o fra alcun dente durante una deglutizione.

    Occlusione- l'allineamento appropriato dei denti. Esso idealmente si basa su tre criteri (v. Dawson, PE. Evaluation, Diagnosis and Treatment of Occlusal Problems. 2° ed., St. Louis, MO: Mosby, 1989): 1) In chiusura, tutti i denti toccano contemporaneamente, con la sommità delle cuspidi a contatto con le superfici piane dei denti opposti. 2) durante il movimento laterale dei denti, la guida proviene dalle cuspidi dei denti laterali. La guida si trasferisce ai denti anteriori solo nei movimenti di estrema lateralità oppure muovendo in avanti la mandibola. 3)  i denti posteriori non devono sfregare o urtare fra loro durante i movimenti laterali o in avanti.

    Malocclusione- cattivo allineamento dei denti, con  perdita dell’occlusione (del morso) secondo i criteri precedentemente esposti.

    Morso inverso- una forma di malocclusione nella quale i denti inferiori sono posizionati all'esterno di quelli superiori.

     

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    Traduzione dell'articolo https://www.brianpalmerdds.com/bfeed_oralcavity.htm
    di Antonella Sagone
    ; consulenza alla traduzione dott. Paolo Giovannini, dott. Orlando Caponera

  • Ogni quanto devo allattare il mio bambino?

    Ognibambino è diverso!Alcuni sembra abbiano bisogno di poppare in continuazione, mentre altri lasciano passare più tempo tra una poppata e l'altra. Le mamme possono tranquillamente seguire i ritmi dei loro bambini, facendo solo attenzione che mangino a sufficienza. I bambini allattati, infatti, si autoregolano: prendono quello di cui hanno bisogno, non solo a ciascuna poppata, ma anche da ciascun seno. Inoltre, molti problemi legati all'allattamento - inclusi quelli legati a "carenza di latte" oppure a "eccesso di latte" - si risolvono proprio aumentando la frequenza delle poppate. Pertanto, se il tuo bambino mangia almeno 8-12 volte nell'arco delle 24 ore, puoi lasciar decidere a lui quando farlo per essere certa che mangi abbastanza.
    Se però, nelle prime settimane, il bambino non mangia con questa frequenza, probabilmente dovrai svegliarlo!

    Molte madri si preoccupano quando i loro piccoli non "tengono l'intervallo" delle due ore e vogliono poppare ancora più spesso, cosa che invece accade di frequente. I bambini che poppano spesso (sempre che siano attaccati correttamente al seno) assumono latte a sufficienza, proprio perché stimolano la produzione del latte materno. Alcune ricerche recenti hanno dimostrato che riducendo il tempo della poppata e aumentando l'intervallo tra una poppata e l'altra, si può ridurre non solo la quantità di latte materno, ma anche il suo contenuto di grassi - ed ecco che il bambino piange, affamato... Alcuni bambini amano ciucciare e dormicchiare in continuazione. Altri mangiano in quantità, restando attaccati a lungo a ciascun seno. Tieni presente che non c'è niente di sbagliato nel seguire il ritmo richiesto dal bambino, perché l'allattamento materno è una relazione a due vie, che richiede alla madre di rispondere non solo alle richieste del bambino, ma anche ai segnali inviati dal suo stesso corpo. Sarà proprio questa capacità di risposta che aiuterà il tuo bambino a formare con te uno stretto legame d'amore.

    Se sei seriamente preoccupata circa la frequenza dell'allattamento, puoi richiedere l'assistenza di una Consulente de La Leche League oppure di un medico con una specifica preparazione nel campo dell'allattamento.

    L'AAP (l'Accademia Americana dei medici Pediatri) ha ufficialmente dichiarato che i bambini sani, nati a termine, dovrebbero poppare 8-12 volte nell'arco delle 24 ore; in altre parole, un pasto ogni 2-3 ore. Dal momento che il latte umano viene digerito molto facilmente, si raccomanda spesso alle mamme di osservare il neonato alla ricerca di "segnali di fame", come il riflesso di "rooting" (cioè di girare la testa nella direzione di uno stimolo tattile posto sulla faccia), morsicarsi o succhiarsi le mani o le dita, piangere. E si raccomanda inoltre caldamente alle neo-mamme di non lasciare che il bambino superi l'intervallo delle 3 ore, per due ragioni:

    1) perché il seno sia stimolato a produrre latte a sufficienza, e

    2) per assicurarsi che il bambino mangi abbastanza prevenendo così la disidratazione.

     

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League consultando le pubblicazioni de La Leche League.

     

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