• Carie, problemi di linguaggio, funzionalità orale: l'allattamento c'entra?

    CARIE, PROBLEMI DI LINGUAGGIO, FUNZIONALITÀ ORALE: L'ALLATTAMENTO C'ENTRA?
     

    Ogni tanto, nella nostra attività di Consulenti, veniamo contattate da LLL carie e problemi di linguaggiogenitori che hanno ricevuto il suggerimento di smettere di far poppare il loro bambino quando raggiunge i 2 anni e mezzo, a causa di un presunto impatto negativo sullo sviluppo della funzionalità orale e sullo sviluppo ortodontico fisiologico.
     
    Per continuare a fornire informazioni basate sulle evidenze scientifiche abbiamo chiesto al nostro settore scientifico una relazione su tre studi che vengono citati a riprova di questa teoria, che sono:

    - Benjamin W. Chaffee, Carlos Alberto Feldens, Marcia Regina Vitolo,"Association of long-duration breastfeeding and dental caries estimated with marginal structural models", The official Journal of the American College of Epidemiology
    - P. Andretta, B. Massignani, "La TMF in Italia (Analisi e revisione critica)", I care Anno 40° numero 1
    - Xiaoxian Chen, Bin Xia, Lihong Ge, "Effects of breast-feeding duration, bottle-feeding duration and non-nutritive sucking habits on the occlusal characteristics of primary dentition", BMC Pediatrics
     
    Il settore scientifico ha fatto ben di più! 🙂

    Questa che segue è la loro analisi.

    Per iniziare dalle conclusioni, dobbiamo dire che le evidenze presentate non ci hanno convinte che esistano prove che l’allattamento oltre i due anni e mezzo crei deglutizione deviata, squilibri della muscolatura orofacciale o malocclusione. Cerchiamo di spiegare nel dettaglio perché. Partiamo dal problema della deglutizione deviata. L’articolo citato della dott.ssa Andretta non è a disposizione online, ma conosciamo bene l’autrice, visto che l’abbiamo avuta come ospite al Seminario de La Leche League nel 2004, e alcune persone all’interno de LLL, che seguono da vicino i temi della disfagia e della deglutizione, hanno seguito diversi suoi interventi a conferenze. La terapia miofunzionale (TMF) si occupa della rieducazione funzionale della muscolatura con esercizi e l’uso di ausili, ma a quanto ci risulta non si trova nella letteratura di questa disciplina una prova che colleghi con relazione causale l’allattamento "prolungato" ad una deglutizione deviata.

    Abbiamo quindi passato in revisione diversi testi sulla deglutizione e la disfagia che alcune di noi già ben conoscevano (Wolf & Glass 1992, Arvedson 2002, Cichero 2006, Schindler 2011) per approfondire la questione, anche qui senza trovare un collegamento tra allattamento "prolungato" e disfunzioni della deglutizione. Ci siamo allora interrogate del perché di questa opinione a volte diffusa tra i logopedisti.

    La maggior parte dei testi di logopedia riporta come la deglutizione evolva da una modalità infantile (in cui prevale un movimento antero-posteriore della lingua) ad una adulta (in cui prevale un movimento alto-basso) attorno ai 6 mesi. Questa teoria è stata messa in dubbio (Wolf & Glass 1992, Watson Genna 2009) e studi ecografici del movimento della suzione durante l’allattamento (Geddes et al. 2008, Elad 2013) hanno evidenziato che durante la suzione al seno la parte anteriore della lingua aderisce al seno bloccandolo sul palato, la parte centrale si muove alzandosi e abbassandosi per creare il vuoto necessario all’estrazione di latte, mentre la parte posteriore sigilla la cavità orale insieme al palato molle e durante la deglutizione si abbassa per permettere il passaggio del bolo di latte nell’esofago. (Questo movimento si può vedere nel video 1A dal minuto 1.20).  Il movimento così descritto è coerente con quello della deglutizione adulta, e non sono evidenti movimenti antero-posteriori.
     
    Altri studi (Gomes et al. 2006, Inoue et al. 1995, Nyqvist 2001 e 2006) hanno evidenziato come durante la suzione al biberon ci sia un’attivazione maggiore dei muscoli buccinatori e orbicolari della bocca rispetto ai muscoli mentale e masseteri che si usano invece prevalentemente durante la suzione al seno.
    Questo sembrerebbe indicare che la suzione al biberon in effetti favorisca un movimento atipico della lingua.
    Deduciamo quindi che probabilmente la concezione di diversa suzione infantile e adulta deriva da osservazioni fatte su bambini nutriti con biberon, e poi erroneamente interpretata come fisiologica del neonato ed estesa alla suzione al seno senza verifica empirica.
    Da questo ci sembra logico concordare sul fatto che un uso prolungato ed eccessivo di biberon e ciuccio possa avere un impatto negativo sullo sviluppo di una funzionalità orale e uno sviluppo ortodontico normale (fatto questo provato da diversi studi).
    Ma da questo non riusciamo a capire come sia possibile, in assenza di prove concrete, (cioè di studi che evidenzino a livello empirico la correlazione tra allattamento prolungato e deglutizione deviata), dedurre che anche l’allattamento oltre i 2,5 anni possa avere lo stesso effetto.
    Inoltre vorremmo far notare che la suzione al seno quando il bambino è grande non occupa una parte rilevante del suo tempo, perché il bambino normodotato ha altro da fare: deve giocare ed esplorare il mondo e non può farlo se sta attaccato al seno materno. Il ciuccio invece può tenerlo sempre in bocca mentre gioca e questo sì che può provocare alterazioni dello sviluppo orale.
    Quindi la suzione al seno si caratterizza come, oltre che qualitativamente, anche quantitativamente molto diversa.
     

    L’ultimo studio citato sulle malocclusioni, è vero che evidenzia una correlazione tra allattamento e malocclusioni, ma è molto evidente che la relazione è di prevenzione, quindi a noi sembra che sostenga l’opposto! “Our findings indicated that failure to breast-feed or breast-feeding for only a short period was associated with a higher prevalence of posterior crossbite and no maxillary space in the primary dentition.” La rassegna della letteratura dell’articolo evidenzia chiaramente come non ci siano indicazioni che l’allattamento abbia effetti negativi sullo sviluppo ortodontico, a breve o lungo termine.

    Infine, per quanto riguarda lo sviluppo di carie dentarie, dallo studio citato risulta una associazione tra allattamento oltre i 24 mesi e lo sviluppo di carie dentali. Lo studio stesso non trova una causalità, ma una associazione. Le carie hanno una eziologia multifattoriale, e ci sono altri fattori che sono esplicitamente riconosciuti come possibili, e che possono aver contribuito al risultato. Se si controlla il documento “Allattamento al seno e uso del latte materno/umano” di SIP, SIN, SICuPP, SIGENP, SIMP (che si trova cliccando qui, in particolare a pag. 28), esso cita una meta-analisi del 2015 (Tham R. et al. 2015) la cui conclusione è proprio che, mentre prima dei 12 mesi l’allattamento è protettivo per le carie rispetto alla formula, dopo i 12 mesi si evidenzia una associazione (ma non una causalità!) tra carie e allattamento le cui cause potrebbero essere legate a problemi di igiene dentaria o dieta cariogenica.
    La conclusione delle varie associazioni pediatriche è che la sospensione dell’allattamento per questa ragione NON è indicata, in quanto le alternative potrebbero avere effetti negativi maggiori.
     

    Un abbraccio e buon allattamento!
     
    Bibliografia
    - Joan C. Arvedson, L. B.Joan C. Arvedson, L. B., ed. (2002), "Pediatric Swallowing and Feeding: Assessment and Management", Singular;
    - Wolf, L. S. & Glass, R. P. (1999), "Feeding and Swallowing Disorders in Infancy", Therapy Skill Builders;
    - Genna, C. W. (2012), "Supporting Sucking Skills In Breastfeeding Infants", Jones & Bartlett Learning;
    - Cichero, J. S. A. Y. & Murdoch, B. E. (2006), Dysphagia: Foundation, Theory and Practice, John Wiley & Sons;
    - Schindler, O & Ruppolo, G. (2011), "Deglutologia", 2 ed., Omega;
    - Geddes, D. T.; Kent, J. C.; Mitoulas, L. R. & Hartmann, P. E. (2008), "Tongue movement and intra-oral vacuum in breastfeeding infants", Early Hum Dev 84(7), 471-477;
    - Elad, D.; Kozlovsky, P.; Blum, O.; Laine, A. F.; Po, M. J.; Botzer, E.; Dollberg, S.; Zelicovich, M. & Ben Sira, L. (2014), "Biomechanics of milk extraction during breast-feeding", Proc Natl Acad Sci USA 111(14), 5230-5235;
    - Gomes, C. F.; Trezza, E. M. C.; Murade, E. C. M. & Padovani, C. R. (2006), "Surface electromyography of facial muscles during natural and artificial feeding of infants", J Pediatr (Rio J) 82(2), 103-109;
    - Inoue, N.; Sakashita, R. & Kamegai, T. (1995), "Reduction of masseter muscle activity in bottle-fed babies", Early Hum Dev 42(3), 185-193;
    - Nyqvist, K. H. & Ewald, U. (2006), "Surface electromyography of facial muscles during natural and artificial feeding of infants: identification of differences between breast-, cup- and bottle-feeding", J Pediatr (Rio J) 82(2), 85-86;
    - Nyqvist, K. H.; Färnstrand, C.; Eeg-Olofsson, K. E. & Ewald, U. (2001), "Early oral behaviour in preterm infants during breastfeeding: an electromyographic study", Acta Paediatr 90(6), 658-663;
    - Tham, R.; Bowatte, G.; Dharmage, S.; Tan, D.; Lau, M.; Dai, X.; Allen, K. & Lodge, C. (2015), "Breastfeeding and the risk of dental caries: a systematic review and meta-analysis", Acta Paediatr 104, 62-84. 
     
  • Influenza dell'allattamento sullo sviluppo della cavità orale: un commento

    The Influence of Breastfeeding on the Development of the Oral Cavity: A Commentary 
    Brian Palmer - 1998

     

    Il senso comune, avvalorato dalla ricerca scientifica, designa l'allattamento come il metodo superiore di alimentazione infantile: i vantaggi nutrizionali, immunologici, psicologici e generali che esso conferisce alla salute del bambino sono stati documentati per anni (1-9). Legovic (10) ha elencato i benefici del latte materno in confronto a quello artificiale, compresi: contenuto nutrizionale ideale, miglior assorbimento, minor frequenza di allergie alimentari, facilitazione nello sviluppo psicologico, migliori difese immunitarie e un sostanziale vantaggio economico.

    Ma c'è un altro notevole beneficio dell'allattamento materno esclusivo: gli effetti positivi sullo sviluppo della cavità orale del bambino,che includono un perfetto modellamento del palato duro con appropriato allineamento dei denti e minori problemi di malocclusione. Lo scopo di questa dissertazione è stimolare ulteriori ricerche, nonché sottolineare l'importanza dell'allattamento al seno nello sviluppo e nel mantenimento dell'integrità fisiologica della cavità orale.

     

    Rassegna della letteratura

    Effetti dell'allattamento o al biberon sulla deglutizione infantile

    Come ben sa lo specialista di allattamento, la chiave del successo dell'allattamento al seno è un appropriato attaccamento e deglutizione del neonato alla mammella, come è descritto da Woolridge (11), Escott (12), Weber (13) e Bosma (14). Quando l'attaccamento al seno è efficace, il neonato introduce nella bocca il capezzolo insieme a parte del tessuto areolare, ed estende la lingua oltre la rima gengivale inferiore. Le labbra sono incurvate verso l'esterno, sigillate sopra il tessuto dell'areola, creando una buona tenuta. In una fase iniziale, la suzione è necessaria per effettuare la presa e per allungare seno e capezzolo all'interno della bocca, fino al punto di giunzione fra palato duro e palato molle. Se la tenuta non è buona, sono necessarie ripetute suzioni. Finché la bocca si mantiene sigillata sul seno, il bambino può ottenere facilmente il latte, attraverso un movimento di tipo peristaltico della lingua che comprime la morbida porzione del capezzolo contro il palato.

    Il lattante deve comprimere il tessuto areolare, dato che i seni lattiferi materni sono situati sotto questa zona. Comprimendo la zona dei seni lattiferi, viene favorito il flusso del latte fuori delle numerose aperture presenti sul capezzolo. Quest'azione di compressione peristaltica della lingua spinge il latte verso la gola, dove il bambino lo inghiotte ottenendo il nutrimento (fig.1). Questo modo sano e normale di deglutire costituisce la base del corretto riflesso di deglutizione, che si manterrà fino all’età adulta. 


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    Fig.1- Attacco sul seno e moto peristaltico della lingua durante la suzione. Ristampato su permesso dall’articolo di Ros Escott,“posizionamento, attaccamento e trasferimento di latte”, Breastfeeding Review, 1989, 31-37. (fig.4: All’inizio di ciascun ciclo di “suzione” le mascelle comprimono i seni lattiferi (a), catturando un “boccone” di latte. La lingua si solleva alla sommità (b) ed un’onda di compressione procede all’indietro lungo la lingua (c, d) comprimendo il tessuto del capezzolo e del seno contro il palato duro. Il latte viene spremuto verso la fine del capezzolo (e) ed oltre, per essere  inghiottito. (Per una migliore commprensione di questo movimento,si veda anche il video pubblicato qui http://www.lllitalia.org/risorse/video.html)

    Confrontando gli aspetti meccanici dell'allattamento al seno con quelli al biberon, Weber (13) ha notato quest’azione peristaltica o di rotolamento della lingua nei bambini che poppano al seno. Al biberon invece la lingua effettua un movimento più simile a un pistone o a uno schiacciamento.Picard (15) ha scritto che il lattante è costretto a tenere la lingua in su per bloccare l'abbondante flusso di latte che fuoriesce dai larghi fori di uscita della tettarella, ed evitare che esca con troppa forza. Quest’anomala attività motoria della lingua si correla ad una condizione di spinta linguale o di deglutizione deviata.

    La figura 2 mostra una pressione della lingua, e il morso aperto che ne risulta, in un bambino e in due adulti. Weber (13) ha anche osservato che i bambini allattati, quando non stanno poppando, restano con il capezzolo moderatamente agganciato dalla lingua, mentre in quelli che succhiano il biberon è la tettarella che resta espansa ed aggancia la lingua. La differenza fra i movimenti e la posizione di riposo nella lingua dei bambini allattati al seno o al biberon dipende probabilmente dalla fattura stessa del materiale (lattice o silicone) della tettarella. Dato che per queste non esiste uno standard, gli effetti sulla suzione dei neonati allattati al biberon possono essere vari. 

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    Fig.2 - Dimostrazione della protrusione della lingua e conseguente malocclusione con morso aperto, in un adulto, che mantiene ancora la protrusione della lingua.

     

     

     

     

    Effetti dell'allattamento o della somministrazione col biberon sullo sviluppo della cavità orale

    Sviluppo muscolare: nel 1959, Picard (15) ha osservato che la suzione attiva al seno incoraggia lo sviluppo della mandibola, rinforzando i muscoli masticatori. Bosma (14) nel 1963 ha contribuito suggerendo che “la lingua, il labbro inferiore e la mandibola si muovono di concerto per portare il capezzolo dentro la bocca e svuotarlo ritmicamente con una serie di compressioni che procedono secondo una sequenza antero-posteriore".  Weber (13) ha concluso affermando che l’azione di "mungitura" della lingua durante la poppata al seno è più importante della suzione al fine di ottenere latte. Nel suo primo lavoro, Picard (15) suggerisce che gli effetti indesiderabili delle tettarelle sui neonati sono permanenti, e la correzione in momenti successivi della vita può essere estremamente difficile, poiché lo sviluppo muscolare potrebbe già essere stato influenzato. Mentre il robusto movimento di suzione al seno incoraggia lo sviluppo mandibolare, quello al biberon può realmente ostacolare la formazione di muscoli mandibolari forti. Newman (16) afferma che la precoce introduzione di biberon può causare problemi di suzione.

    Drane (17) nota che, durante l'allattamento, la forma del capezzolo è determinata dalla geometria interna della bocca del lattante. Invece una tettarella di gomma ha una forma propria, una forma specifica, ed è fatta di un materiale più rigido del tessuto della mammella. L'azione "a pistone" impiegata per ottenere il latte dal biberon è più potente ed esplosiva dell'azione di poppare al seno. Pertanto, la pressione applicata alla tettarella è maggiore che al seno; questa pressione è prodotta prevalentemente dalla muscolatura orale. Koenig (18) ha attestato che durante la poppata al biberon il bambino produce una suzione orale tramite la muscolatura orale, piuttosto che toracica. Woolridge (11) ha anche dimostrato che durante l'allattamento è richiesta una suzione minore che al biberon. Una suzione forzata provoca il rientramento delle guance, esercitando pressione sulle gengive e i denti ed influenzando la posizione di questi ultimi.  Quest'azione causa anche un'implosione dell'oro-faringe, incidendo sul suo sviluppo. Durante l'allattamento, per comprimere i seni lattiferi il bambino deve lavorare con le mascelle in modo naturalmente fisiologico. Quest'azione, unitamente a movimenti di deglutizione normale, aiuta lo sviluppo della muscolatura periorale (intorno alla bocca e alle mascelle).

    Sviluppo cranio-facciale ed eziologia delle malocclusioni

    Shepard (19) ha notato che l'incremento più massiccio nello sviluppo cranio-facciale avviene entro i primi 4 anni di vita, e si completa al 90% entro i 12 anni di età. Il tessuto della mammella, morbido ed elastico, ha un effetto benefico nel plasmare il palato duro, perché si schiaccia e si dilata in risposta all'azione della lingua del bambino. Quando il lattante mette in atto un movimento di tipo peristaltico per "strizzare" il latte dal capezzolo/areola, il suo palato duro viene delicatamente modellato in una conformazione arrotondata ad "U". Un palato conformato in modo fisiologico ed appropriato permette un corretto allineamento dei denti e riduce l'incidenza della malocclusioni.

    Nelle prime fasi di sviluppo della cavità orale il palato è malleabile quasi come cera molle. Pertanto, quando un oggetto è premuto contro la tenera struttura ossea, il palato può venire modellato in una forma innaturalmente stretta. Alla fine questo porta ad un inadeguato allineamento dei denti, ed il palato a "V" si correla in molte persone con le malocclusioni. Questa dinamica spiega anche come i denti posteriori dell'arcata superiore vengano forzati all'indentro provocando il "morso inverso". Una volta che si è sviluppata una malocclusione, ciò provoca un effetto a catena che danneggia il resto della bocca.

    Nel 1987, Labbok e Hendershot (20) hanno pubblicato uno studio di coorte retrospettivo su 9.698 bambini fra i 3 e i 17 anni di età. Tale studio ha mostrato la relazione esistente fra allattamento e malocclusione. I dati hanno provato che i bambini allattati per 3 mesi o meno avevano un tasso di malocclusione del 32,5%; i bambini allattati al seno per più di 12 mesi avevano invece un tasso di solamente il 15,9%. In questo studio, i bambini allattati al biberon avevano una probabilità 1,84 volte maggiore di avere malocclusioni, rispetto a quelli allattati al seno. Gli autori hanno concluso che ogni mese in più di allattamento materno contribuisce a diminuire la percentuale di malocclusioni.

    Altre abitudini infantili, non correlate al tipo di alimentazione, possono contribuire alle malocclusioni. Gli studi effettuati da Larsson (21,22) hanno concluso che la suzione prolungata del dito causa un morso aperto anteriormente, con la proinclinazione e protrusione degli incisivi mascellari, un allungamento dell’arcata superiore e uno spostamento anteriore della mascella. Gli studi di Bowden (23), Melsen (24), Paunio (25) e Ogaard (26) hanno trovato un'associazione diretta fra uso di succhiotti e malocclusioni. Il tipo di malocclusione descritto da questi autori include il morso inverso, la riduzione dell'ampiezza dell'arcata, minore altezza della faccia anteriore, rotazione dell'angolo del piano mandibolare, morso aperto e deglutizione con interposizione della lingua.

     

    Esame di crani storici

    Mi sono interessato all'argomento quando, nell’arco di più di 27 anni di pratica clinica, ho rilevato similitudini nelle modalità di malocclusione, difetti dentari e conformazione del palato duro di migliaia di pazienti. La mia ipotesi è stata che le tettarelle avevano avuto un influsso negativo sulla formazione del palato. Per verificarlo, ho iniziato a studiare crani antichi, appartenenti quindi a persone che necessariamente dovevano essere state allattate esclusivamente al seno.

    Storicamente l'allattamento materno è stato il metodo primario di alimentazione dei bambini fino a tempi recenti. Fildes (27) spiega che "sebbene biberon di vetro con la base sferica e a collo lungo, predisposte per avvitarvi un coperchio con una spugna all'estremità" furono inventate intorno al 1770, "le tettarelle di caucciù non entrarono nell'uso comune fino alla metà del XIX secolo". Confrontando i crani di persone che erano vissute prima o dopo l'introduzione di queste tettarelle, è possibile esaminare come esse hanno inciso sullo sviluppo della cavità orale.

    Larsson (28) ha studiato i crani medioevali di giovani svedesi, alla ricerca di malocclusioni che potessero essere correlate all'abitudine di ciucciare il dito o un oggetto analogo a un succhiotto. Ha trovato che le malocclusioni collegabili a simili abitudini erano estremamente scarse, cosa confermata dai rapporti sulle culture non industrializzate.

    La prima collezione di crani che ho valutato era conservata al Centro Medico dell'Università del Kansas, a Kansas City. Si tratta di 210 crani antichi che si ritiene provengano dall'India, una cultura dove, fino a poco tempo fa, predominava l'allattamento materno. Solo 4 di questi 210 crani (approssimativamente il 2%) mostravano segni di malocclusione. Uno di essi aveva un'asimmetria della mascella di origine genetica, ed altri 3 avevano un morso leggermente aperto, forse a causa di un'anormale attività motoria della lingua. I crani privi di malocclusioni (98%) avevano palati duri ampi, con arcate ad "U", ed un appropriato allineamento dei denti. In seguito agli studi su questo gruppo originario di crani, ho esaminato altri venti crani preistorici, di cui alcuni datati 70.000 anni, conservati al Dipartimento Antropologico dell'Università del Kansas. Anche questi crani mostravano occlusioni corrette, una presenza minima di carie, palati duri ampi e arcate ad "U".

    La valutazione finale è stata fatta su 370 crani conservati allo Smithsonian Institute di Washington, D.C. Erano crani preistorici di indiani nordamericani delle pianure, ed altri più recenti di americani datati dal 1920 al 1940. I crani preistorici mostravano la stessa conformazione descritta prima, mentre in quelli più recenti era evidente una distruzione e collasso significativo della cavità orale. Molti di questi crani recenti rivelavano gravi patologie periodontali, malocclusioni, denti mancanti, e qualche dentiera. Non era affatto questa la situazione dei crani preistorici, prima dell'invenzione del biberon, della tettarella e del succhiotto.

    Le malocclusioni erano state rinvenute raramente durante l'esame dei crani preistorici.

    La figura 3 mostra il confronto tra un cranio preistorico con un'arcata ad "U", e una moderna arcata a "V". L'arcata ad "U" offre abbastanza spazio per un corretto allineamento; quella a "V" è associata con accavallamento e malallineamento dei denti. Per comprendere meglio come l'allattamento al seno influenzi l'aspetto delle malocclusioni, si consideri che, dei circa 600 crani antichi che ho esaminato e valutato, pressoché tutti avevano perfette occlusioni. Tutti questi crani provenivano da popolazioni vissute prima dell'invenzione del moderno biberon, oppure da culture ove vigeva l’allattamento materno, e quindi queste persone per forza di cose dovevano essere state allattate.Questi crani mostravano universalmente una buona occlusione, poche carie dentali, ed archi dentali ben arrotondati in un'ampia "U". Nei crani più recenti, questa conformazione è stata rilevata in un numero molto inferiore.

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    Fig.3 - Comparazione fra il palato normale di un cranio preistorico, con arcata ad “U” e senza accavallamento dei denti, e un’arcata a “V” con accavallamento, appartenente ad un individuo moderno.

     

     

     

    L'allattamento materno e lo sviluppo delle vie respiratorie.

    Un altro problema che occorre durante il precoce sviluppo della cavità orale è la violazione dello spazio riservato alle cavità nasali. Quando la volta palatale è spinta verso l'alto, il pavimento della cavità nasale sale altrettanto. Dato che l'arco del naso non sale allo stesso modo, c'è una diminuzione dello spazio nasale totale. Questo può avere un effetto drammatico sull'efficienza respiratoria di un individuo, a causa della riduzione dello spazio delle fosse nasali. Kushida e altri (29) hanno dimostrato che un palato con un'arcata stretta e profonda, come è qui descritta, è un buon predittore del russare e dell'apnea ostruttiva durante il sonno. Gli individui con una buona occlusione invece hanno normalmente un'arcata ben arrotondata ad "U".

    Conclusioni

    Prevenire le patologie in modo naturale supera ampiamente l'alternativa che abbiamo, cioè trattare queste patologie con le nostre tecnologie più avanzate, che richiedono tempo e costi elevati. E' stato evidenziato il vantaggio immunologico, emozionale e nutrizionale dell'allattamento; questa relazione riporta un altro poco noto beneficio: la salute dentale.

    I bambini allattati hanno una migliore opportunità, rispetto a quelli nutriti con il biberon, di avere salute dentale, grazie agli effetti della suzione alla mammella sullo sviluppo della cavità orale e delle vie aeree. Grazie al minor numero di malocclusioni, questi bambini potrebbero avere minor bisogno di cure ortodontiche; in più, i bambini con uno sviluppo appropriato, ben conformato ad "U", delle arcate dentali, come comunemente si trova nei bambini che effettuano allattamento materno, potranno avere minori problemi nel russare e nell'apnea notturna più avanti nella loro vita.

    Glossario

    Allattamento materno(o al seno) - allattamento esclusivo del bambino, che si alimenta introducendo il tessuto del capezzolo e dell'areola materna all'interno della bocca.

    Deglutizione normale- una deglutizione che inizia con la punta della lingua nell'area della papilla maxillare anteriore (appena dietro gli incisivi superiori), e poi con un moto peristaltico simile ad un'onda comprime in alto contro la volta palatale, spingendo il bolo di saliva o di cibo posteriormente, e infine giù per la gola. La lingua non deve esercitare alcuna pressione dentro, contro o fra alcun dente durante una deglutizione.

    Occlusione- l'allineamento appropriato dei denti. Esso idealmente si basa su tre criteri (v. Dawson, PE. Evaluation, Diagnosis and Treatment of Occlusal Problems. 2° ed., St. Louis, MO: Mosby, 1989): 1) In chiusura, tutti i denti toccano contemporaneamente, con la sommità delle cuspidi a contatto con le superfici piane dei denti opposti. 2) durante il movimento laterale dei denti, la guida proviene dalle cuspidi dei denti laterali. La guida si trasferisce ai denti anteriori solo nei movimenti di estrema lateralità oppure muovendo in avanti la mandibola. 3)  i denti posteriori non devono sfregare o urtare fra loro durante i movimenti laterali o in avanti.

    Malocclusione- cattivo allineamento dei denti, con  perdita dell’occlusione (del morso) secondo i criteri precedentemente esposti.

    Morso inverso- una forma di malocclusione nella quale i denti inferiori sono posizionati all'esterno di quelli superiori.

     

    Bibliografia

    1.      Newman,  Breastmilk: issues and controversies. Contemp Pediatr 1991; 8:6 – 11.
    2.      Newman J. How breast milk: protects newborns. Scientific Amer 1995; 273:58-6l.
    3.      Goldman A, Goldblum R, Hanson. L. Anti-inflammatory systems in human milk. Adv Exp Med Biol 1991; 262:69-76.
    4.      Lawrence RA. Breastfeeding: A guide for the medical profession.4th ed. St. Louis, MO: Mosby, 1994.
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    Traduzione dell'articolo https://www.brianpalmerdds.com/bfeed_oralcavity.htm
    di Antonella Sagone
    ; consulenza alla traduzione dott. Paolo Giovannini, dott. Orlando Caponera