• Alcool e allattamento

    INTRODUZIONE

     

    Spesso madri e famiglie ricevono consigli e indicazioni contrastanti LLL alcool e allattamentosu quanto alcool sia possibile assumere durante l’allattamento e sugli effetti che potrebbe avere sul bambino. Mentre le evidenze scientifiche portano a suggerire alle mamme di evitare l'uso di alcool in gravidanza per non danneggiare il bambino, i rischi connessi all’assunzione di alcool durante l’allattamento non godono delle stesse attenzioni da parte della ricerca. Numerosi studi si sono concentrati sui possibili effetti del consumo di alcool sulla lattazione stessa e sul bambino, ma gli effetti a lungo termine sono ancora sconosciuti.

    L’alcool, soprattutto se consumato in grandi quantità, può causare sonnolenza, sonno profondo, debolezza e un aumento anomalo del peso nel bambino oltre a poter causare difficoltà nell’emissione di latte. Non sono stati riscontrati danni sui bambini quando la madre assume al massimo un bicchiere al giorno.

    In base alla quantità di alcool assunta, il bambino può sperimentare effetti diversi. Anche una piccola quantità di alcool può compromettere la produzione e il riflesso di emissione del latte.  

    Alcuni dei possibili effetti negativi sul bambino includono:

    • Disturbi del sonno
    • Aumento del pianto
    • Aumento della risposta agli stimoli (riflesso di Moro)
    • Aumento dei risvegli
    • Aumento della fase REM nel periodo che va dalle 3 ore e mezza fino alle 24 successive all’assunzione di alcool
    • Minore quantità di latte assunta dal bambino
    • Minore aumento di peso

    Potenzialmente, in base a quanto alcool si assume e a quanto tempo dopo averlo assunto si allatta il bambino, potrebbero presentarsi effetti più gravi. Di conseguenza, le indicazioni riguardanti alcool e allattamento stanno cambiando.

    Secondo il CDC (Centers for Disease Control), “un consumo moderato di alcool è ascrivibile al massimo a 1 bicchiere (standard) al giorno per le donne e a 2 bicchieri al giorno per gli uomini” [1].

    Ecco ulteriori dettagli.

    LactMed® [2], un database che contiene informazioni su medicinali e altre sostanze chimiche alle quali potrebbe essere esposto chi allatta, offre queste informazioni:

    “Il livello di alcool contenuto nel latte è quasi identico a quello contenuto nel sangue. La maggior concentrazione di alcool nel latte si ha dai 30 ai 60 minuti dopo averlo assunto, ma l’assunzione di cibo può ritardare il picco di presenza alcolica nel latte. Allattare dopo aver assunto 1 o 2 bicchieri (inclusa la birra) può diminuire l’assunzione di latte da parte del bambino del 20-23% e causargli agitazione e sonno disturbato. Allattare o estrarre il latte entro un’ora prima di assumere alcool potrebbe ridurre leggermente la successiva concentrazione di alcool nel latte”.

    I bambini esposti a quantità di alcool significative (0.3 g/kg calcolati sul peso corporeo del genitore) attraverso il latte materno, dormono meno (si parla sia di sonno attivo che di sonno in generale), e anche le fasi REM risultano frammentate. Siccome i bambini sono meno in grado di metabolizzare l’alcool rispetto agli adulti, a causa dell'immaturità dell'organismo, alcuni ricercatori sono convinti che la quantità di alcool assunta attraverso il latte materno possa avere effetti più forti rispetto a quelli che ha su un adulto. Nelle ricerche condotte da Mennella e Garcia-Gomez, quando l’esposizione all’alcool avviene entro 3 ore e mezza dall’assunzione di una cospicua quantità di bevande alcoliche da parte della madre, gli effetti sono più forti. Nelle 24 ore successive, il sonno continua a essere disturbato e i risvegli più numerosi. Inoltre, la ricerca ha dimostrato che, nel periodo di veglia, i bambini apparivano meno attivi [3].

    Qui di seguito una serie di domande comunemente poste dai genitori e una serie di consigli supportati dall’evidenza scientifica a nostra disposizione. A ciascuna domanda abbiamo risposto considerando nel dettaglio i possibili effetti del consumo di alcool durante l’allattamento. Infine, indichiamo alcuni suggerimenti per aumentare la sicurezza se si vuole bere alcool e si allatta (vedi “Come posso allattare il mio bambino e continuare a bere alcool occasionalmente?”).
    Estrarre e buttare il latte non rimuove l’alcool dal sangue, e dunque non avrà alcun effetto sul livello di alcool nel latte.

     

    BERE UNA BEVANDA ALCOLICA PUÒ AIUTARMI A RILASSARMI E A STIMOLARE LA MIA PRODUZIONE DI LATTE?

    Un “rimedio della nonna” sempre molto in auge che riguarda il consumo di alcool – e in particolare della birra – dice che possa aumentare la produzione di latte. Se è vero che un componente dell’orzo presente nella birra può aumentare i livelli di prolattina [4], è altrettanto vero che l’alcool stesso ha questo effetto [5]. Tuttavia, in uno studio si è visto che la produzione di latte diminuisce [6]. Inoltre, nella loro ricerca sul consumo di alcool nelle donne in allattamento, Menella e altri hanno scoperto che l'alcool inibisce il riflesso di emissione, riducendo così la quantità di latte assunta dal bambino [5].

    Di conseguenza, il bambino allattato assume meno latte del solito nel periodo che va dalle tre alle quattro ore successive all’assunzione di una moderata dose di alcool da parte della madre [7, 8, 9]. Dopo aver assunto alcool, si può avere la percezione che il bambino poppi come sempre e che le poppate abbiano la solita durata, e si può non rendersi conto che, di fatto, il bambino sta ricevendo meno latte [7]. Secondo Mennella, che si è occupata di questa ricerca per anni, “i bambini tendono ad assumere il 20% circa di latte in meno” (rispetto a bambini le cui madri non hanno assunto alcool) anche quando poppano seguendo il loro solito ritmo durante le quattro ore successive all’assunzione di alcool da parte della madre (pagg. 591-592). Anche ulteriori ricerche effettuate da Mennella e Beauchamp hanno dimostrato che i bambini esposti all’alcool consumano in media il 23% di latte in meno [9]. Mennella ha rilevato che quando le madri si tirano il latte due ore dopo l’assunzione di alcool, ottengono una quantità di latte significativamente più bassa rispetto al solito [8]. Dunque, gli studi mostrano che assumendo bevande alcoliche invece di produrre più latte per il bambino, gli effetti che si ottengono fanno sì che il bambino ne assuma meno. Perché accade questo?

    Mennella, Pepino e Teff [5] hanno scoperto che l’alcool riduce in maniera significativa il livello di ossitocina, mentre aumenta quello della prolattina. Entrambi questi ormoni influiscono sul riflesso di emissione: più è basso il livello dell’ossitocina, più la calata del latte è rallentata. Più è alto il livello della prolattina, più si allungano i tempi di questo ritardo. La combinazione degli effetti dell’alcool su questi due ormoni comporta un importante ritardo nel riflesso di emissione del latte.

     

    QUALI SONO I RISCHI PER IL MIO BAMBINO?

    In base alla quantità assunta dalla mamma e in base a quando viene allattato il bambino dopo l’assunzione di alcool, diverse ricerche [8, 9, 11, 13, 14, 15, 16] hanno rilevato che gli effetti negativi più comuni sul bambino includono:

    • Sonno disturbato, periodi di sonno più brevi, maggior tempo di veglia e minor quantità di sonno attivo e di sonno REM nelle 3-4 ore successive all’assunzione di alcool,
    • Aumento del pianto,
    • Aumento della risposta agli stimoli (spavento),
    • Aumento dei risvegli,
    • Aumento della fase REM nel periodo che va dalle 3 ore e mezza fino alle 24 ore successive all’assunzione di alcool,
    • Minore quantità di latte assunta dal bambino,
    • Ritardo della crescita,
    • Compromissione della risposta immunitaria,
    • Ritardo dello sviluppo motorio,
    • Potenziale compromissione dello sviluppo cognitivo,
    • Minore capacità di pensiero astratto in età scolastica (6-7 anni)

    L’Academy of Breastfeeding Medicine, nel suo Protocollo n. 21, afferma che il consumo di alcool durante l’allattamento può provocare numerosi effetti negativi di grado medio o grave, in base alla quantità di alcool assunta e altri fattori collegati alla velocità del corpo della madre di smaltire l’alcool [12].

    L’alcool, in quanto totalmente idro- e lipo-solubile, entra nel flusso sanguigno e nel latte umano con molta facilità [13]. La quantità di alcool presente nel latte umano dopo il consumo di un bicchiere è di circa il 95% della quantità di alcool presente nel sangue della madre.

    Una rassegna di vari studi svolta da Nonacs [14] ha dimostrato che lo sviluppo motorio dei bambini regolarmente esposti all’alcool tramite il latte materno è minore o ritardata. Quanto più alcool i bambini avevano assunto tramite il latte, tanto minori erano i punteggi ottenuti nei test volti a misurare il grado di sviluppo motorio. I bambini non sono in grado di metabolizzare l’alcool come gli adulti; i neonati riescono a metabolizzarlo a una velocità che varia dal 25% al 50% rispetto a quella di un adulto.[14]

    Le preoccupazioni riguardanti gli effetti dell’alcool sullo sviluppo cerebrale si basano sulla ricerca svolta sugli animali. Oei [15] rileva che “significativi dati sugli animali” indicano che “l’alcool potrebbe essere tossico per lo sviluppo cerebrale, soprattutto in periodi in cui lo sviluppo è molto veloce”, come accade durante tutto il primo anno di vita. Altre conseguenze del consumo di alcool possono essere deficit della memoria e della risposta inibitoria.

    Nonostante le ricerche proseguano, Haastrup, Pottegård e Damkier affermano che “i possibili effetti a lungo termine dell’alcool assunto tramite il latte materno sono sconosciuti” (p. 171).

     

    QUALI ALTRI EFFETTI DOVREI CONSIDERARE PER DECIDERE SE E QUANDO BERE?

    In base a quanto bevi, oltre agli effetti sulla tua produzione di latte e sul riflesso di emissione, potresti aspettarti qualche altro effetto su te stessa.

    L’alcool produce effetti sedativi così come alcuni effetti stimolanti. Ci sono prove che suggeriscono che le mamme che allattano metabolizzano l’alcool più velocemente rispetto a chi non allatta. È evidente poi che mangiare mentre si consuma alcool ne riduce i livelli nel sangue dopo la consumazione. Bere alcool a stomaco vuoto aumenta l’effetto dell’alcool sulla prolattina e sull’ossitocina così come sul corpo [17]. Non dovresti dormire con il tuo bambino se hai consumato alcolici, perché i tuoi riflessi naturali sono compromessi.

    Informazioni in inglese riguardo la condivisione del letto e uso di alcolici qui: https://www.basisonline.org.uk/parents-bed/https://www.llli.org/breastfeeding-info/sleep-bedshare/

    Inoltre, interferendo con il tuo riflesso di emissione di latte, l’alcool potrebbe ulteriormente diminuire la tua produzione: senza questo riflesso, il tuo bambino non può poppare e svuotare il seno in modo efficace. Quando il latte rimane nel seno, segnala al tuo corpo di ridurre la produzione. (vedere l’articolo “Anatomia di un seno al lavoro”)

     

    COME FACCIO AD ALLATTARE IL MIO BAMBINO E BERE OCCASIONALMENTE?

    Diverse fonti offrono suggerimenti da prendere in considerazione per allattare e bere con maggiore sicurezza. [19]

    • I neonati non riescono a metabolizzare bene l’alcool; se possibile, evita di bere fino a quando il tuo bambino ha almeno 8 settimane.
    • Allatta il tuo bambino appena prima di bere qualsiasi bevanda alcolica, se possibile, oppure tira il latte e conservalo.
    • Limita il tuo consumo di alcolici a uno (preferibilmente) o due bicchieri di vino (200 ml totali) oppure a una o due birre (vedi “Come viene definito un bicchiere standard” per ulteriori informazioni sulla quantità di alcolici).
    • Aspetta almeno 2 ore dopo aver bevuto un bicchiere standard prima di allattare il tuo bambino.
    • Tieni in considerazione che più bevi, più tempo impiega l’alcool per essere smaltito dal tuo corpo.
    • Se il tuo bambino ha bisogno di essere allattato prima della scadenza delle due ore, usa il tuo latte precedentemente tirato per nutrirlo.
    • Bevi del succo di frutta quando bevi alcool.
    • Mangia quando bevi alcool – rallenterà la velocità con la quale l’alcool entra nel tuo sangue.
    • “Estrai e butta il latte” solo se è necessario per avere sollievo. Finché c’è alcool nel tuo sangue, ci sarà alcool nel tuo latte.

     

    COME VIENE DEFINITO UN BICCHIERE STANDARD?

    “Un bicchiere standard” (o unità alcolica in Italia) viene definito diversamente in Paesi diversi. È importante capire che cosa significa “un bicchiere standard” se scegli di bere alcool e allattare.

    Alcuni esempi:

    Per determinare la quantità di alcool nei bicchieri standard in Europa, fai riferimento a Standard Drink Measures in Europe [20].

    Nel Regno Unito, l’NHS, (National Health Service – il Servizio Sanitario Nazionale), suggerisce l’uso di questo calcolatore di unità: https://alcoholchange.org.uk/alcohol-facts/interactive-tools/check-your-drinking/alcohol-units

    Negli Stati Uniti, l’NIH (National Institutes of Health – Istituti Nazionali per la Salute), lo definisce in questo modo [21]:

    un bicchiere standard (o una bevanda alcoolica equivalente) contiene 14 grammi di alcool puro.

    In Italia ci sono i riferimenti pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale e sul sito del Ministero della salute [https://www.epicentro.iss.it/alcol/apd2017/poster%20fronte%20retro%20tabella%20livelli%20alcolemia%20e%20principali%20sintomi.pdf]: 1 unità alcolica o bicchiere standard corrisponde a 12 grammi di alcool puro ed equivale a:

    • un bicchiere di vino (125 ml che di solito ha un contenuto alcolico del 12% circa)
    • una lattina di birra (330 ml che di solito ha un contenuto alcolico del 5% circa)
    • un aperitivo (80 ml che di solito ha un contenuto alcolico del 18% circa)
    • un bicchierino di superalcoolico (40 ml che di solito ha un contenuto alcolico del 40%)

     

    Thomas W. Hale, R.Ph. Ph.D, afferma nel suo libro “Medications and Mothers Milk” (17esima edizione, 2019):

    “L’alcool passa velocemente nel latte umano, con un rapporto plasma/latte medio di circa 1. Questo non necessariamente significa che la quantità di alcool nel latte sia alta, ma che i livelli nel plasma corrispondono a quelli nel latte. La quantità assoluta (dose) di alcool che passa nel latte è generalmente bassa ed è in funzione del livello materno. Studi precedenti, alcuni su animali, suggerivano che la birra (o più probabilmente l’orzo) potesse stimolare i livelli di prolattina. Quantità significative di alcool vengono secrete nel latte materno anche se non sono considerate dannose per il lattante, se la quantità e la durata sono limitate. La quantità assoluta di alcool trasferita nel latte è generalmente bassa.

    Livelli eccessivi possono portare a sonnolenza, sonno profondo, debolezza e diminuzione della crescita regolare del bambino. I livelli di alcool nel sangue materno devono raggiungere i 300 mg/dl prima di rilevare significanti effetti collaterali nel bambino. [ndr per compredere meglio, un livello di 80 mg/dl fa risultate positivo al test del palloncino]
    La diminuzione del riflesso di emissione del latte apparentemente dose-dipendente richiede un consumo di alcool dal 1.5 al 1.9 g/kg del peso corporeo. Altri studi riportano un ritardo psicomotorio nei lattanti delle madri bevitrici moderate (2+ bevande alcoliche al giorno). Evitate di allattare durante e nelle 2-3 ore dopo aver bevuto alcool. I forti bevitori dovrebbero aspettare più a lungo.

    In un interessante studio sull’effetto dell’alcool sull’assunzione di latte da parte di lattanti, il tasso di latte assunto dai bambini durante le 4 ore appena dopo l’esposizione all’alcool (300 mg/kg) in 12 madri era significativamente inferiore. Sono stati osservati aumenti compensatori delle poppate durante le 8-16 ore successive all’esposizione quando le madri si sono astenute dal bere.

    La capacità di metabolizzare l'alcool nell’adulto è di circa 30 ml in 3 ore, quindi le madri che assumono alcool in quantità moderate possono generalmente tornare ad allattare appena si sentono neurologicamente normali. I bevitori cronici e chi consuma periodicamente quantità eccessive di alcool non dovrebbero allattare.”

     

    CONSIDERAZIONI IMPORTANTI

    L’età di tua figlia/tuo figlio

    • Un neonato ha un fegato immaturo, e subirà maggiormente gli effetti dell’alcool
    • Fino all’età di circa 3 mesi, i bambini metabolizzano l’alcool a una velocità pari a circa il 50% di quella degli adulti
    • Un bambino più grande riesce a metabolizzare l’alcool più velocemente di uno più piccolo, ma non bene quanto un adulto

    Il tuo peso

    • Le dimensioni di una persona hanno un impatto sulla velocità di metabolizzazione dell’alcool
    • Una persona più pesante può metabolizzare l’alcool più velocemente di una più leggera

    La quantità di alcool

    Sapere che cosa significa “un bicchiere standard”

    • L’effetto dell’alcool sul bambino è direttamente correlato alla quantità di alcool assunta
    • Più alcool viene assunto, più tempo impiega l’organismo a smaltirlo. Il CDC (Center for Disease Control – Centro per il Controllo delle Malattie) afferma: “L’alcool di 1 bicchiere può essere rintracciato nel latte materno per circa 2-3 ore, l’alcool di 2 bicchieri può essere rintracciato per circa 4-5 ore, e l’alcool di 3 bicchieri può essere rintracciato per circa 6-8 ore, e così via.”

    Se mangi mentre bevi

    • Una bevanda alcolica consumata con il cibo rallenta la velocità di assorbimento dell’alcool nel flusso sanguigno.

     

    DEVO TIRARMI IL LATTE E BUTTARLO DOPO AVER BEVUTO UNA BEVANDA ALCOOLICA?

    Man mano che l’alcool lascia il tuo flusso sanguigno, lascia anche il tuo latte. Dato che l’alcool non è “intrappolato” nel latte materno (torna nel flusso sanguigno man mano che diminuisce il livello di alcool nel sangue), tirare il latte e buttarlo non lo eliminerà. Tirare il latte e buttarlo, bere molta acqua, riposare o bere caffè non accelera la velocità con cui il tuo corpo elimina l’alcool.

     

    CHE COSA DEVO FARE SE MI UBRIACO?

    Se ti ubriachi, non dovresti allattare fin quando non sarai di nuovo completamente sobria: a quel punto la maggior parte dell’alcool avrà lasciato il tuo organismo. È stato dimostrato che bere fino al punto di ubriacarsi, o sbronzarsi, influisce sul sonno dei bambini. L’impatto negativo sul sonno avviene quando i bambini vengono esposti all’alcool attraverso latte che contiene alcool al livello in cui verrebbe trovato nel latte umano un’ora dopo che un genitore abbia consumato una quantità significativa di alcool (0,3 grammi per kilogrammo del peso corporeo del genitore).

     

    LA DIPENDENZA DA ALCOOLPUÒ INCIDERE SU UN BAMBINO ALLATTATO?

    Sì. La dipendenza da alcool da parte della madre che allatta può comportare una scarsa crescita o un ritardo nella crescita del bambino. Come notato sopra, già una quantità di alcool da piccola a moderata incide negativamente sul riflesso di emissione del latte e riduce la quantità di latte assunta dal bambino. Il sonno del bambino può essere molto frammentato [21], oppure il bambino può non poppare efficacemente, causando un’assunzione minore di latte. Il bambino può addirittura soffrire di un ritardo nello sviluppo motorio. Se temi che tu o una persona che conosci stia bevendo alcool in modo eccessivo, contatta il tuo medico di fiducia o un’organizzazione autorevole a sostegno delle persone con dipendenza da alcool.

     

    SOPPESARE RISCHI E BENEFICI

    Capitano spesso situazioni in cui viene offerto dell’alcool. Forse sei fuori con degli amici, o sei uscita per un appuntamento, oppure hai avuto una settimana incredibilmente stressante e una persona cara ti offre qualche birra. Non ha importanza la situazione: potresti preoccuparti delle possibili conseguenze dell’alcool sul tuo bambino. È una buona idea soppesare i benefici dell’allattamento contro i benefici e i possibili rischi dell’assunzione di alcool. I seguenti suggerimenti potrebbero risultare utili:

    • Pianifica in anticipo
      • Se decidi di bere, pianifica il più possibile di ridurre l’esposizione del tuo bambino all’alcool; se possibile, conserva un po’ di latte materno tirato in precedenza.
      • Allattare immediatamente prima di consumare una bevanda alcolica, poi aspettare almeno tre ore prima di allattare di nuovo, ti aiuterà ad assicurarti che il tuo bambino prenda pochissimo alcool da te.
      • Se i tuoi seni si riempiono mentre aspetti che il tuo organismo smaltisca l’alcool, puoi spremere manualmente o tirare il latte, buttandolo via.
    • Alternative
      • Se pianifichi di bere più di una quantità moderata, assicurati che il tuo bambino sia affidato a una persona responsabile.
      • Se non hai voglia di partecipare a un evento in famiglia o di lavoro, parla con un amico fidato o con la Consulente de La Leche League a te più vicina in merito a i vantaggi e agli svantaggi di andarci.
      • Potresti scegliere di continuare a bere bevande non alcoliche.
      • Scambiare messaggi con una persona fidata o (se c'è), con il gruppo di mamme della tua zona con le quali ti confronti sull'allattamento, può aiutarti quando ti trovi ad un evento in cui tutti gli altri bevono.
      • Ogniqualvolta sia possibile, chiedi e accetta le offerte di aiuto che ti permettono di prenderti una piccola pausa dai tuoi compiti di genitore per concentrarti su qualcosa che ti piace fare.

     

    NOTE

    1. Centers for Disease Control (CDC). https://www.cdc.gov/alcohol/faqs.htm#excessivealcohol
    2. Retrieved 11 May 2020 da https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK501469/
    3. Mennella, J. A., & Garcia-Gomez, P. L. (2001). Sleep disturbances after acute exposure to alcohol in mothers’ milk. Alcohol 25(3) pp. 153-158. Doi: 10.1016/s0741-8329(01)00175-6
    4. Koletzko, B., & Lehner, F. (2000). Beer and breastfeeding. Advances in Experimental Medicine and Biology 478 23-8. Doi: 10.1007/0-306-46830-1_2. PMID: 11065057
    5. Mennella, J. A., Pepino, M. Y., &Teff, K. L. (2005). Acute alcohol consumption disrupts the hormonal milieu of lactating women. The Journal of Clinical Endocrinology&Metabolism 90(4) pp. 1979-1985. Doi: 10.1210/jc.2004-1593.
    6. Mennella, J. A., & Pepino, M. Y. (2008). Biphasic effects of moderate drinking on prolactin during lactation. Alcoholism: Clinical and Experimental Research 32(11) pp. 1899-1908. Doi: 10.1111/j.1530-0277.2008.00774.x.
    7. Mennella, J. A., & Beauchamp, G. K. (1993). Beer, breastfeeding, and folklore. Developmental Psychobiology, 26(8) pp. 459-466. Doi: 1002/dev.420260804
    8. Haastrup, M. B., Pottegård, A., &Damkier, P. (2013). Alcohol and breastfeeding. Basic &Clinical Pharmacology&Toxicology 114 168-173. Doi: 10.1111/bcpt.12149
    9. Mennella, J. A. (2001). Regulation of milk intake after exposure to alcohol in mothers’ milk. Alcoholism: Clinical and Experimental Research 25(4) pp. 590-593.
    10. Mennella, J. A. (1998). Short-term effects of maternal alcohol consumption on lactational performance. Alcoholism: Clinical and Experimental Research 22(7) pp 1389-1392. Doi: 10.1111/j.1530-0277.1998.tb03924.x
    11. Brown, R. A., Dakkak, H., &Seabrook, J. A. (2018). Is breast best? Examining the effects of alcohol and cannabis use during lactation. Journal of Neonatal-Perinatal Medicine, 11(4) pp. 345-356. Doi: 10.3233/NPM-17125.
    12. Reece-Stremtan, S., Marinelli, K. A., & The Academy of Breastfeeding Medicine. (2015). ABM Clinical Protocol #21: Guidelines for breastfeeding and substance use or substance use disorder, Revised 2015. Breastfeeding Medicine 10(3) pp. 135-141. Doi: 1089/bfm.2015.9992
    13. Anderson, P. O. (2018). Alcohol Use During Breastfeeding. Breastfeeding Medicine13(5) pp. 315-317. DOI: 10.1089/bfm2018.0053.
    14. Nonacs, R. (2018). Alcohol and breastfeeding: What are the risks? Contemporary OBGYN Net December 201824-28.
    15. Oei, J-L. (2019). Risky maternal alcohol consumption during lactation decreases childhood abstract reasoning at school age. Evidence-based Nursing 22(10 p. 25. Doi: 10.1136/ebnurs-2018-102999.
    16. Gibson, L., & Porter, M. (2018). Drinking or smoking while breastfeeding and later cognition in children. Pediatrics 142(2). Doi: https://doi.org/10.1542/peds.2017-4266.

     

    Articolo originale su https://www.llli.org/breastfeeding-info/alcohol/

    Traduzione di Roberta Toppetta, Barbara Pavetto e Viktorija Jandrecic

    Revisione di Roberta Voltazza e Carla Scarsi

  • Allattare durante le emergenze

    Se il tuo bambino è allattato in maniera esclusiva

    • Continua ad allattare, assicurandoti che il tuo bambino continui a bagnare e sporcare i pannolini, che cresca regolarmente e appaia soddisfatto dopo la poppata. Leggi più oltre se hai qualche preoccupazione riguardo la tua produzione di latte.
    • Se stavi pensando di sostituire alcune poppate con la formula (o altri latti, per bambini di età superiore ai 12 mesi) potresti voler rimandare questa decisione a quando la situazione pandemica sarà più stabile. Proseguire con l’allattamento esclusivo ottimizzerà la protezione del tuo bambino. È importante aver presente che quando la produzione di latte scende, potrebbe essere più faticoso recuperarla in seguito.
    • Se il tuo bambino ha circa 6 mesi e sembra interessato ai cibi solidi, puoi iniziare a offrirglieli come faresti normalmente, continuando ad allattarlo a richiesta.

     

    Se il tuo bambino è allattato in modo misto

    • Continua ad allattare. L’allattamento rinforza il sistema immunitario del tuo bambino e lo protegge da molte malattie comuni. Anche se è maggiore la quantità di formula che il bambino assume rispetto al tuo latte, comunque il suo sistema immunitario ne beneficerà.
    • È possibile aumentare il quantitativo totale di latte che il tuo bambino assume, offrendo il seno più spesso o estraendo il latte con più frequenza.

    Per maggiori informazioni contatta una Consulente de La Leche League.

    • Non è prudente smettere improvvisamente di dare la formula al bambino, o ridurla significativamente, se prima ne prendeva in quantità elevate. La riduzione del quantitativo di formula assunta dal bambino deve essere sempre fatta in modo graduale e con cautela, assicurandosi che il bambino continui a bagnare e sporcare i pannolini, che cresca regolarmente e appaia soddisfatto dopo la poppata.

    Contatta una Consulente de La Leche League per avere aiuto e sostegno.

     

    Allattamento: molto più che latte!

    • Allattare calma e conforta entrambi e vi aiuta a sentirvi vicini e connessi. Sia che tu allatti o meno in modo esclusivo, se tu e il tuo bambino ne siete felici, puoi offrirgli il seno più spesso.

    • I bambini grandicelli allattati potrebbero chiedere di poppare più spesso del solito. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che si sentono turbati dai cambiamenti nei loro ritmi quotidiani e perché percepiscono le preoccupazioni degli adulti. “Lasciarsi trasportare dalla corrente” e accettare poppate più frequenti per un po’ di tempo può rassicurarli e tranquillizzare anche te. Se sei infastidita dalle poppate frequenti, puoi soddisfare il suo bisogno di rassicurazione e sicurezza in altri modi, ad esempio portandolo in fascia, coccolandolo, cantando e giocando con lui.

     

    Se sei preoccupata della tua produzione di latte

    • È normale per le mamme che stanno estraendo il latte, ad esempio per il proprio bambino prematuro, notare un calo della quantità quando sono preoccupate. Questo non significa che improvvisamente non ne producano più.

    Se il bambino è cresciuto bene con il tuo latte fino ad ora, sarai in grado di continuare a produrre latte in abbondanza per lui. Se è stato allattato in modo misto o esclusivo, sarai in grado di continuare a produrre tanto latte quanto ne producevi. Non è necessario dare una quantità maggiore di formula al tuo bambino o iniziare a integrare con formula, finché il bambino sta bene (bagna e sporca pannolini come al solito e lo vedi in salute).

    Se noti che riesci ad ottenere meno latte del solito, ricorda che non accade perché la tua produzione si sia fermata, ma perché lo stress può avere temporaneamente rallentato il tuo riflesso di emissione del latte (a volte chiamato “calata”, “discesa”, ecc).
    Il riflesso di emissione del latte può essere influenzato dal tuo umore, specialmente se devi estrarre il latte piuttosto che allattare direttamente il bambino. La produzione di latte è un processo molto solido e continuerà anche se sei stressata in maniera eccezionale, se non mangi o bevi come al solito o se ti sei ammalata. Il tuo corpo darà sempre priorità al tuo bambino!

    Puoi favorire il riflesso di emissione del latte con alcune strategie:

    * Prepara il “set” prima della poppata o dell’estrazione del latte. Potrebbe aiutarti abbassare l’illuminazione, avere una sedia comoda, un po’ di privacy e tanto calore. Immaginalo come un “appuntamento romantico”!

    * La magia del contatto. Un abbraccio, delle coccole o dei massaggi prima o durante l’estrazione possono aiutare il rilascio dell’ossitocina, l’ormone dell’amore che fa espellere il latte. Se non c’è nessuno a disposizione, prova ad avvolgerti una sciarpa o uno scialle attorno alle spalle e al petto – questa zona è coperta dai recettori dell’ossitocina, ecco perché un abbraccio dà così tanto conforto.

    * Concentrati sul tuo bambino. La vista, il suono, la presenza e il suo profumo aiutano il flusso degli ormoni. Qualcuno potrebbe aiutarti tenendo il bambino vicino al tuo viso, così potresti annusarlo e sentire il profumo dei suoi capelli mentre stai estraendo il latte.

    * Rilassamento profondo. Puoi provare a respirare profondamente, prima di iniziare ad estrarre il latte, visualizzare qualcosa di bello, un prato, dei fiori, il mare… qualunque cosa ti faccia sentire “bene”.
    Puoi anche provare ad ascoltare i tuoi brani preferiti di musica lenta o di rilassamento, se ne hai.

    * Visualizzazione. Alcune madri trovano utile coprire il contenitore dove si raccoglie il latte con una calza così non riescono a vedere quanto velocemente si stia riempiendo. Invece di concentrarsi sul gocciolare lento del latte, pensa che il contenitore si stia riempiendo velocemente, pensa al tuo bambino che poppa il latte dal seno, o immagina una cascata, una fontana, dell’acqua che scorre!

    * Ridi! Ridere stimola il rilascio di ossitocina. Guarda un film divertente o trova on line i video del tuo comico preferito.

     

     

    Per ulteriori informazioni clicca qui.

     

    (tratto da Jayne Joyce, Milk for your baby during the coronavirus pandemic, LLL Oxfordshire 26/03/2020)

     

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    Trovi ulteriori informazioni in altre lingue qui

     

  • Che cos'è la compressione del seno? A che cosa serve?

    La compressione del seno è una tecnica che serve a mantenere il bambino attivo al seno e a fargli assumere più latte.

    Per prima cosa impara a riconoscere quando il bambino sta “bevendo” bene e prendendo latte: la sua suzione mostra una sequenza “apri-pausa-chiudi”. Noterai anche movimenti vicino all’orecchio e alla tempia di tuo figlio.

    Quando tuo figlio sta poppando attivamente, non è infatti necessario comprimere il seno.

    Quando invece smette di poppare attivamente, e “ciuccetta” (la bocca si muove ma senza movimenti verso le tempie e le orecchie), comincia la compressione del seno.

    Sorreggi il seno con una mano, il più possibile accostata alla cassa toracica, il pollice da un lato e le altre dita dall’altro lato del seno, in modo da averne una buona porzione nella mano. Poi schiaccia il seno fra il pollice e le altre dita, comprimendolo. Quest’azione dev’essere fatta con decisione, ma non così forte da far male.

    Il bambino ricomincia a poppare attivamente (suzione a bocca aperta-pausa-chiusa). A quel punto, puoi mantenere la compressione, finché tuo figlio non ricomincerà a “ciuccettare” invece di “bere”. Non interrompere la compressione durante la suzione attiva; quando si mette solo a “ciuccettare”, allora puoi rilasciare la mano, per non stancarla, e per permettere al latte di fluire ancora da altre zone del seno.

    Quando si rilascia la pressione, alcuni bambini smettono di succhiare. Se il bambino non riprende a poppare attivamente entro dieci secondi circa, comprimi di nuovo il seno.

    Ogni volta che comprimi il seno, sposta leggermente la mano in un'altra posizione, in modo da comprimere ogni volta zone differenti del seno.

    Se inizialmente la compressione non dà risultati, questo non significa che tu debba immediatamente cambiare seno. Ma via via che il bambino poppa sempre più tempo a un seno, la compressione funzionerà sempre meno, e il flusso del latte rallenterà; e i bambini rispondono al flusso di latte.

    Se la compressione non ha più effetto e tuo figlio si sta addormentando o cominciando a irritarsi per la lentezza del flusso, prova a staccarlo dal seno e offrirgli l’altro lato. Potrai poi ripetere il ciclo, da un seno all’altro, tutte le volte che occorre, finché la compressione non riesca più a mantenere il bambino attivo.

    Prova a sperimentare. Sebbene questa tecnica funzioni bene con molte madri, metti in atto qualunque variazione che funzioni bene per te. Finché comprimere il seno non è fastidioso per te, e il bambino assume latte, allora significa che la tecnica sta funzionando.

    (adattato da “Allattamento al seno – Il libro delle Risposte”, vol. 1 p. 163)

     

     Guarda il video 1E sulla compressione - clicca qui

     

    Puoi approfondire ulteriormente questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Che cosa posso fare se il mio seno perde latte?

    Non a tutte le mamme capita di avere fuoriuscite di latte, ma è una cosa che può succedere nei primi mesi dell'allattamento, quando la produzione di latte si deve ancora regolarizzare.

    Alcune donne hanno perdite da un seno quando il bambino poppa dall'altro. In questo caso, può essere d'aiuto allattare tenendo un fazzoletto o un piccolo asciugamano sul seno che gocciola.

    Per evitare perdite di latte tra le poppate sono disponibili della apposite coppette assorbilatte usa e getta o in cotoneche si indossano sotto il reggiseno. È meglio non utilizzare coppette con il retro rivestito di plasticaperché impediscono la traspirazione e irritano i capezzoli; in caso di necessità, si possono cambiare le coppette più frequentemente.

    Le perdite possono essere ridotte al minimo evitando di saltare le poppatee non allungando troppo gli intervalli di tempo tra l'una e l'altra. Se senti in azione il riflesso d'emissione del latte (la cosiddetta "calata") ma non puoi attaccare il bambino o non lo hai con te, puoi fermare l'emissione esercitando una lieve pressione direttamente sul seno,ad esempio incrociando le braccia sul petto e premendo leggermente. Indossando camicie e abiti di tessuti fantasia,non rischierai che si formino macchie visibili, come avviene con i tessuti in tinta unita. Con il tempo, le perdite diminuiranno o si interromperanno del tutto. Questo non significa che il latte stia finendo, ma che il tuo corpo ha imparato a regolarne la produzione.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

     

  • Che cosa succede quando il bambino poppa?

    Quando il bambino poppa dal seno (o estrai il latte con le mani, o il tiralatte è al lavoro), vengono stimolate le terminazioni nervose del capezzolo e dell’areola. Queste fanno partire una cascata di ormoni che, mandando segnali all’ipofisi, avviano la produzione di prolattina e ossitocina poi secrete nel circolo sanguigno.
    Il rilascio di prolattina stimola le cellule alveolari a produrre latte e l’ossitocina è responsabile del rilascio nei dotti del latte prodotto ed immagazzinato negli alveoli in attesa che qualcuno lo chieda; l’ossitocina svolge questo ruolo inducendo la contrazione dei muscoli che contornano gli alveoli. In questo modo il latte viene spruzzato fuori dal seno stesso, che collabora col bambino!

    Questo fenomeno, grazie all’azione finale svolta dall’ossitocina, prende il nome di riflesso di emissione, riflesso di eiezione, discesa del latte o calata... Molti dialetti lo chiamano ancora in modo diverso.
    Il riflesso di emissione può verificarsi anche senza la stimolazione fisica della suzione del bambino; per esempio alcune madri raccontano che “la calata” si verifica ogni volta che sentono piangere un bambino, proprio o altrui.

    Durante la poppata possono verificarsi più riflessi di emissione successivi: a differenza da quanto accade col biberon, da cui il latte esce in modo costante, il latte esce dal seno “a ondate”, che potresti riconoscere osservando il cambiamento nel modo di succhiare del tuo bambino o per una sensazione di formicolio nel momento in cui il latte inizia a fluire.

    Molte donne avvertono questa sensazione solo nelle prime settimane, alcune solo in occasione del primo riflesso di emissione, altre non la avvertono mai: non è certo un problema. La quantità o la qualità del latte non ne sono modificate.

    Puoi approfondire tutti gli aspetti dell’anatomia del seno al lavoro in questo articolo Anatomia di un seno al lavoro.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Come avviene la produzione di latte?

    Durante la gravidanza e nei primi giorni dopo il parto, la produzione è guidata da un processo bilanciato di ormoni, inizia con la produzione del colostro verso la fine della gravidanza, per arrivare ad un veloce aumento della quantità di latte intorno alle 30/40 ore dopo il parto.

    Dopo qualche giorno, il processo diviene “meccanico” e guidato dal bambino, che da quel momento diventa il protagonista del meccanismo di domanda/offerta.

    Il seno produce latte in base a quanto e a quanto spesso viene svuotato. Poppate più frequenti stimolano una maggior velocità di produzione (è come se i seni pensassero “Ehi, qui ciucciano in continuazione, serve più latte!”), poppate più distanziate la rallentano.

    In altre parole, un seno vuoto (o semi-vuoto, perché in realtà il latte viene prodotto continuamente quindi non sarà mai del tutto vuoto) produce latte più velocemente di un seno pieno.

    Questo ruolo di “indicatore della velocità a cui produrre” è svolto dal FIL (Feedback Inhibitor of Lactation – Fattore di inibizione della lattazione), una piccola proteina contenuta nel siero del latte: la quantità di FIL indica al seno quanto latte produrre: quando c’è molto latte nel seno, il FIL inibisce, od ostacola, gli alveoli dal produrne di più. Quando il latte viene rimosso dal seno – e il FIL non è là a fermare la produzione di latte – gli alveoli si danno da fare e producono più latte. Questo è il motivo per cui è importante offrire il seno spesso e incoraggiare il bambino a svuotare il seno il più possibile ai fini di un'ottimale produzione di latte.

    Puoi approfondire tutti gli aspetti dell’anatomia del seno al lavoro in questo articolo Anatomia di un seno al lavoro.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Come posso incrementare la mia produzione di latte?

    Questo è un problema che interessa tante mamme che allattano. Molte donne non sono informate del fatto di poter incrementare la loro produzione di latte.

    Talvolta l'allattamento procede meravigliosamente, poi accade qualcosa per cui la mamma comincia a chiedersi se sia davvero in grado di produrre abbastanza latte per nutrire il suo bambino. Il piccolo potrebbe voler poppare "tutto il tempo" o il seno potrebbe sembrare più morbido e non più così "pieno" com'era nelle prime settimane dopo il parto.

    Innanzitutto è necessario individuare alcuni "falsi allarmi" riguardo alla produzione di latte.Si può dire che un bambino in salute, nato a termine e allattato sta prendendo abbastanza latte se:

    • A partire dal terzo giorno dopo la nascita, ha almeno 2-5 scariche intestinali al giorno(in bambini che hanno più di 6 settimane sono normali scariche anche meno frequenti).
    • A partire dal terzo o quarto giorno di vita, bagna bene di pipì almeno 5-6 pannolini al giorno(6-8 pannolini in cotone).
    • Il bambino sta aumentando circa 30 grammi al giorno, partendo non dal suo peso alla nascita, ma dal peso più basso raggiunto a circa tre o quattro giorni di età.
    • Il bambino poppa frequentemente, ad intervalli di un'ora o un'ora e mezza fino a tre ore, facendo almeno 8-12 pasti al giorno.
    • Il bambino appare in salute, il suo colorito è buono, la sua pelle tesa, sta crescendo di peso, in lunghezza e nella circonferenza cranica, appare vispo e vivace.
    • Nel periodo compreso tra le 6 settimane e i 2 mesi di età del bambino, il corpo della mamma ha imparato quanto latte produrre e molte donne non sentono più il seno turgido. Questo non è un segno che il latte stia diminuendo, ma significa semplicemente che il corpo della mamma ha compreso la quantità di latte necessaria proprio per quel bambino.

     

    Un bambino può avere vari "scatti di crescita" nei primi mesi di vita. Generalmente questi avvengono intorno alle 2-3 settimane, a 6 settimane e a 3 mesi di età, ma possono verificarsi in ogni altro momento per ogni singolo bambino. Sono periodi in cui il piccolo vuole poppare di più e più frequentemente per stabilire una produzione di latte adeguata alle sue esigenze.

    Assecondare la richiesta del bambino, lasciandolo poppare tutte le volte e per tutto il tempo che vuole, agisce sulla produzione di latte della mamma e le permette di avere maggiore quantità di latte entro alcuni giorni.

     

    Facciamo un esempio per capire perché sia importante lasciar libero il bambino di poppare a richiesta:

    abbiamo molta fame, ma mangiamo solo un piccolo spuntino. Potrebbe non bastare, poiché stiamo facendo attività sportiva intensa che consuma molte calorie (proprio come accade quando un neonato cresce di decine di centimetri e raddoppia il suo peso in pochi mesi) e quindi abbiamo ancora fame. Il nostro corpo vuole mangiare di più e non sarà soddisfatto finché non mangerà abbastanza. Al bambino accade la stessa cosa - tenerlo a lungo senza poppare equivale a far aumentare la sua frustrazione e la sua fame.

    Se davvero c'è bisogno di aumentare la produzione di latte, allora la prima cosa da fare è cercare aiuto. Se il bambino non sta crescendo bene, o sta perdendo peso, è bene mettersi in contatto con il medico. Quasi sempre migliorare la gestione dell'allattamento aiuta a risolvere la questione velocemente, ma in alcuni casi uno scarso aumento di peso può indicare un problema di salute.

    • Un bambino sonnolento potrebbe aver bisogno di essere svegliato e incoraggiato a poppare molto frequentemente, anche durante la notte, per aumentare la stimolazione del seno e la quantità di latte assunta durante le 24 ore.
    • Se la mamma sente dolore, potrebbe esserci invece un problema nella posizionedi allattamento e/o nell'attacco al seno: se non si è sicure che il bambino stia succhiando efficacemente, è bene consultare una Consulente de La Leche League o un altro specialista dell'allattamento che possa essere di aiuto.
    • Se il bambino non cresce bene ed il pediatra ha prescritto aggiunte di formula artificiale, sarebbe opportuno che queste fossero somministrate con modalità che noninterferiscano con la suzione al seno, ad esempio usando un cucchiaio, una tazzina o con un dispositivo di alimentazione supplementare (DAS; vedi qui il video "Come costruire e usare in DAS, dispositivo di alimentazione supplementare"). Il biberon invece potrebbe interferire con l'allattamento. L'aggiunta potrebbe essere anche soltanto di latte materno, tirato e poi offerto nelle modalità scelte dalla mamma.
    • Se si sta somministrando formula artificiale, è rischioso interrompere bruscamente le aggiunte ed è consigliabile quindi diminuirle con gradualitàmentre si sta lavorando per stimolare maggiormenteil seno e quindi si aumenta la produzione di latte. Per essere sicure che il bambino stia mangiando abbastanza, si possono controllare i pannolini bagnati o sporchi, ed è opportuno essere in contatto con il pediatra per un controllo periodico del peso e della salute generale.
    • È utile anche "movimentare" la poppata, cambiando seno due o tre volte, per aiutare il bambino a conservare l'interesse a poppare perché si mantiene veloce il flusso di latte: appena noti che la suzione rallenta o si ferma, puoi porgere l'altro seno. Anche la compressione del seno aiuta. Entrambe queste cose aiutano a stimolare in modo efficace la produzione di latte poiché in questo modo si riesce con più facilità a svuotare i seni.
    • È importante che la mamma si prenda cura di sé stessa, ascoltando il più possibile i propri bisogni per quanto riguarda il riposo, il rilassamento, l'alimentazione e un'adeguata idratazione, anche chiedendo - per quanto possibile - sostegno e aiuto pratico alle persone che le sono vicine, non tanto nella gestione del suo bambino ma in tutto il resto. 

     

    Puoi approfondire ulteriormente questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

     

  • Come si sceglie un tiralatte?

    Prima di decidere se è necessario acquistare un tiralatte e scegliere il modello, è importante avere chiaro l'uso che si intende farne.

    Infatti, ci sono donne che hanno capito di non avere bisogno di un tiralatte dopo avere scoperto quanto sia facile portare con sé un bambino allattato. Altre mamme invece devono lasciare il bambino per alcune ore durante il giorno e hanno in qualche modo bisogno di tirarsi il latte. E altre ancora si trovano perfettamente a proprio agio tirandosi il latte manualmente.

    Se hai effettivamente bisogno di un tiralatte, puoi scegliere tra molti tipi disponibili. Scegliere il tiralatte più adatto è un po’ come scegliere una borsa: ci sono molti tipi e modelli, e quello che va bene per una donna non è necessariamente il meglio per un’altra. Alcuni aspetti da considerare quando si deve scegliere un tiralatte sono il costo, la facilità di trasporto e di uso e l’efficacia.

    I tiralatte manuali, più utili per chi si toglie il latte occasionalmente, di solito sono facili da utilizzare, sono piuttosto piccoli e facili da portare con sé. Alcuni richiedono due mani, altri funzionano solo con una mano. I tiralatte manuali con la pompetta in gomma, che ricordano il clacson di una bicicletta, NON sono consigliati.

    Ci sono anche piccoli tiralatte elettrici di varie marche, alimentati a batterie o con un trasformatore. Sono tutti piuttosto piccoli e maneggevoli, ma non tutti sono silenziosi.

    Quando c’è bisogno di spremere grandi quantità di latte in poco tempo, forse è meglio utilizzare tiralatte elettrici automatici di normali dimensioni, detti anche tiralatte professionali e disponibili anche negli ospedali per le mamme con bimbi ricoverati. Essi riproducono più fedelmente il ciclo di suzione-rilascio caratteristico del bambino, mentre nei tiralatte più piccoli l'aspirazione è continua. Molte donne che li hanno usati riconoscono che sono molto pratici e silenziosi anche se non particolarmente comodi da portare con sé. Di solito possono essere noleggiati in farmacia, nelle sanitarie, talvolta in negozi per bambini: si prende in prestito il motore, mentre tutti i pezzi che vengono a contatto con il corpo della mamma e con il latte devono essere acquistati e rimangono alla mamma (in qualche modello la parte acquistata per l'uso personale può diventare un tiralatte manuale portatile). Il loro costo è variabile in base al tempo che si utilizzano, perché oltre al costo perl'acquisto dei pezzi per l'uso personale, c'è da pagare una quota giornaliera per il noleggio.

    Un’altra possibilità per le madri che necessitano di estrarsi il latte in modo costante è rappresentata dai tiralatte elettrici automatici di nuova generazione. Questi ultimi sono piuttosto cari e sono destinati dalle case produttrici ad un utilizzo esclusivamente personale. Sono contenuti in valigette dal design accattivante e sono dotati di tutti gli accessori necessari per estrarre il latte da entrambi i seni contemporaneamente. Sono ideali per le madri che lavorano fuori casa.

    In genere, nei casi in cui sia necessario aumentare sensibilmente la produzione e in cui il bambino nonfornisca un'adeguata stimolazione al seno (nel caso di un bambino prematuro o in altre situazioni in cui il bambino non poppi affatto o non poppi efficacemente) i tiralatte doppi elettrici di tipo ospedaliero (quelli noleggiabili) sono i più adatti.

    Per facilitare la scelta, potrebbe essere utile parlare con altre mamme per scoprire se abbiano avuto bisogno di un tiralatte e quale abbiano usato. Chiedi loro quali funzioni si siano rivelate più utili e quali difetti abbiano rilevato.

    Tieni presente che in genere i tiralatte sono considerati prodotti di utilizzo esclusivo e personale e che a causa del rischio di contaminazione (è possibile che il latte aspirato venga in contatto con le parti meccaniche interne che non possono essere sterilizzate) non devono essere prestati o presi in prestito, adeccezione dei tiralatte manuali del tipo che può essere sottoposto a trattamento in autoclave e dei tiralatte elettrici professionali.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

     

  • Devo aspettare che il mio seno si riempia prima di allattare?

    Assolutamente no. 

    Una buona produzione di latte avviene grazie allo svuotamento frequente ed efficace del seno. Il ruolo del FIL (Feedback Inhibitor of Lactation – Fattore di inibizione della lattazione), una piccola proteina contenuta nel siero del latte, è rallentare la produzione del latte quando il seno è pieno. Un meccanismo perfetto previsto dalla natura, perché permette di non sovraprodurre se non c’è richiesta. Se noi rimuoviamo spesso il FIL con poppate frequenti, la velocità di produzione del latte aumenta, mentre se non lo rimuoviamo spesso tenendo i seni pieni, la produzione di latte diminuisce.

    È attraverso la frequenza e l’efficacia delle poppate che i bambini “regolano” la produzione della mamma. Possono poppare più frequentemente, lasciare un intervallo più lungo, ciucciare per più tempo, fare solo una poppatina-express per addormentarsi o per riconnettersi alla mamma: o magari hanno bisogno di aiuto per evacuare, perché sono stanchi e succhiare li aiuta a rilassarsi, perché sono piccoli in questo mondo tutto nuovo e stare accoccolati al seno della mamma li conforta e dà loro sicurezza.
    Nella stragrande maggioranza dei casi questo meccanismo di domanda e offerta funziona perfettamente, perciò se i bambini sono lasciati liberi di accedere al seno quando e per il tempo che desiderano, il seno produrrà esattamente la quantità di latte che serve.
    Lo svuotamento del seno e la frequenza con cui ciò avviene, sono la chiave per mantenere una produzione di latte adeguata.
    Questo significa che a determinarne la produzione saranno la suzione efficace (vedi il video sull’attacco efficace qui) e la rimozione frequente da parte del bambino: “più efficacemente allatto e più latte produrrò”.

    Puoi approfondire tutti gli aspetti dell’anatomia del seno al lavoro in questo articolo Anatomia di un seno al lavoro.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Devo estrarre il latte per il mio bambino. Come si fa?

    Potresti aver bisogno di estrarre il latte per diversi motivi.

     

    Forse il tuo bambino è nato prima del termine, o per qualche motivo non riesce a prendere ancora il latte direttamente dal seno, oppure gli devi dare un’aggiunta (che può essere tranquillamente del tuo latte 😊), o magari stai lavorando per aumentare la tua produzione o fare una scorta per quando sarai lontana da lui…

    Qualunque sia il tuo caso, può essere utile conoscere alcune strategie per riuscire a estrarre il latte in maniera efficace.

     

    Per estrarre il latte puoi scegliere di usare il tiralatte oppure la spremitura manuale. Vanno bene entrambi, scegli quello che funziona per te.

    Tieni presente che non tutte le donne si trovano a loro agio con il tiralatte, e il modo in cui il latte viene estratto è completamente diverso rispetto ad un bambino che poppa. Ci sono mamme che con il tiralatte sono riuscite a estrarre solo poche gocce, ma che hanno lo stesso allattato esclusivamente i loro bambini. La quantità raccolta con il tiralatte non è indice della quantità che si produce.

    Se quindi vuoi provare la spremitura manuale trovi qui il video 3A - Come spremere manualmente il latte dal seno.

    La spremitura manuale richiede un po’ di pratica, non scoraggiarti se ai primi tentativi non sei soddisfatta della quantità estratta.

    Oppure, non è detto che tu ti trovi a tuo agio con la spremitura manuale. Tante donne non hanno familiarità col proprio seno e possono sentirsi a disagio, preferendo il tiralatte. Se quindi preferisci provare con il tiralatte leggi le faq su come scegliere un tiralatte:

    www.lllitalia.org/estrarre-e-conservare-il-latte/lm-come-si-sceglie-un-tiralatte.html

    www.lllitalia.org/quale-tiralatte-mi-consigliate-elettrico-o-manuale.html

    Inoltre, trovi qui il video 3B - Ottenere il massimo dall'estrazione con il tiralatte.

     

    Quando devi estrarre il latte, puoi favorirne il riflesso di emissione con alcune strategie.

    * Prepara il “set” prima dell’estrazione del latte. Potrebbe aiutarti abbassare la luce, avere una sedia comoda, cercare un po’ di privacy e tanto calore. Immaginalo come un “appuntamento romantico”!

    * La magia del contatto. Un abbraccio, delle coccole o dei massaggi prima o durante l’estrazione possono aiutare il rilascio dell’ossitocina, l’ormone dell’amore che fa espellere il latte. Se non c’è nessuno a disposizione, prova ad avvolgerti una sciarpa o uno scialle attorno alle spalle e al petto – questa zona è coperta dai recettori dell’ossitocina, ecco perché un abbraccio dà così tanto conforto.

    * Concentrati sul tuo bambino. La vista, il suono, la presenza e il suo profumo aiutano il flusso degli ormoni. Qualcuno potrebbe aiutarti tenendo il bambino vicino al tuo viso, così potresti annusarlo e sentire il profumo dei suoi capelli mentre stai estraendo il latte. Se il tuo bambino non è con te, un suo vestitino, una sua foto, un suo video possono aiutarti a concentrare i tuoi pensieri su di lui.

    * Rilassamento profondo. Puoi provare a respirare profondamente, prima di iniziare ad estrarre il latte, visualizzare qualcosa di bello, un prato, dei fiori, il mare… qualunque cosa ti faccia sentire “bene”. Puoi anche provare ad ascoltare i tuoi brani preferiti di musica lenta o di rilassamento, se ne hai.

    * Visualizzazione. Alcune madri trovano utile coprire il contenitore dove si raccoglie il latte con una calza così non riescono a vedere quanto velocemente si stia riempiendo. Invece di concentrarti sul gocciolare lento del latte, pensa che il contenitore si stia riempiendo velocemente, pensa al tuo bambino che poppa il latte dal seno, o immagina una cascata, una fontana, dell’acqua che scorre!

    * Ridi! Ridere stimola il rilascio di ossitocina. Guarda un film divertente o trova on-line i video del tuo comico preferito. 

     

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

     

  • Fumo e allattamento

    Ci sono molte ragioni per smettere di fumare, sia per te che per il tuo bambino. Probabilmente ne avrai già sentite molte da operatori sanitari, amici, famigliari o altre fonti. Ma anche se non riesci a smettere di fumare, la buona notizia è che allattare il tuo bambino o la tua bambina è comunque la scelta migliore che tu possa fare.


    È vero infatti che i bambini, figli di mamme fumatrici, sono a maggior rischio di coliche, infezioni respiratorie e SIDS (sindrome della morte improvvisa del lattante). E sono aspetti importanti da considerare nel decidere di smettere o limitare il fumo. Ma i bambini non allattati sono in ogni caso più a rischio di queste malattie rispetto a quelli allattati, anche se le loro mamme continuano a fumare. Inoltre, l’allattamento aiuta a proteggere i bambini dai potenziali rischi del fumo passivo.


    L'American Academy of Pediatrics (AAP) ha eliminato la nicotina dall’elenco delle sostanze “controindicate” durante l’allattamento. Una dichiarazione dell’AAP rilasciata nel 2001 dice:
    “Uno studio ha riportato che, tra le donne che continuano a fumare durante l’allattamento, l’incidenza di malattie respiratorie acute è diminuita tra i loro bambini, rispetto ai bambini delle madri che nutrono con la formula. È possibile che allattamento e fumo siano meno dannosi per il bambino rispetto a nutrizione con formula e fumo”.


    L’allattamento è difatti benefico per la madre fumatrice e per il suo bambino, così come per la madre non fumatrice e il suo bambino.


    Poiché comunque il fumo non è privo di rischi per te e per il tuo bambino, ecco alcune raccomandazioni che possono aiutare a ridurre al minimo i potenziali effetti del fumo sul bambino.


    Fumare il più lontano possibile dal bambino o dalla bambina. Per evitare di esporre al fumo passivo e al particolato abbastanza piccolo da essere inalato, i fumatori della famiglia dovrebbero fumare all’esterno o almeno in una stanza lontana dal bambino. Alcuni operatori sanitari suggeriscono ai famigliari che fumano di lavarsi sempre le mani dopo aver fumato e prima di toccare la bambina o il bambino. Il fumatore può anche indossare una giacca o un altro indumento mentre fuma per proteggere i vestiti dalle particelle di fumo. Questo indumento può poi essere rimosso prima di rientrare in casa o di avere contatti con il bambino, in modo da esporlo al minor numero possibile di particelle che si formano e depositano fumando.


    Ridurre il fumo. Un minore numero di sigarette significa meno fumo ambientale nell’aria, livelli più bassi di nicotina nel latte, una salute migliore per tutti e più tempo con la bambina o il bambino.


    Monitorare l’aumento di peso del bambino. Alcune ricerche suggeriscono che il fumo influisce sull’aumento di peso dei bambini, mentre altre ricerche non mostrano differenze tra i figli di madri fumatrici e non fumatrici. Alla luce di questi risultati contrastanti, ha senso verificare l'aumento di peso durante i normali controlli del neonato dal pediatra. Se sei preoccupata per la sua crescita , puoi parlarne con una Consulente de La Leche League o con un operatore sanitario competente in allattamento. Ci sono molte strategie che si possono usare per aumentare la produzione di latte!


    Fumare subito dopo l'allattamento e non prima. Quando una mamma che allatta fuma una sigaretta, i livelli di nicotina nel sangue e nel latte prima aumentano e poi diminuiscono nel tempo. Inoltre, il monossido di carbonio (CO) espirato aumenta significativamente nella prima ora dopo aver fumato, restando elevato fino a 24 ore dopo. Pertanto, fumare subito dopo la poppata riduce al minimo la quantità di nicotina nel latte e può contribuire a ridurre al minimo l’inalazione di CO nella prima ora dopo il fumo. Tuttavia, il CO esalato per diverse ore dopo aver fumato è un motivo per evitare di dormire accanto al bambino. Circa 90 minuti dopo aver fumato, il livello di nicotina nel sangue e nel latte materno si dimezza. Probabilmente la bambina o il bambino vorrà essere allattato frequentemente nelle prime settimane, quindi non sempre è possibile aspettare così a lungo tra il fumo e la poppata successiva. L'allattamento frequente fa bene alla vostra riserva di latte e assicura che mangi a sufficienza.


    Strategie per smettere di fumare. I prodotti commerciali possono aiutare a smettere di fumare e il loro uso protegge tutta la famiglia dal monossido di carbonio e dagli irritanti respiratori presenti nell'aria quando si fuma. Se usi gomme o pastiglie alla nicotina, trattale come se fossero una sigaretta: usale cioè subito dopo l’allattamento, in modo che i livelli ematici di nicotina abbiano il tempo di scendere prima della poppata successiva. I cerotti transdermici alla nicotina forniscono un livello più costante di nicotina nel sangue e nel latte. Sarebbe meglio rimuovere il cerotto di notte per ridurre i livelli di nicotina durante l’allattamento notturno. Le mamme che allattano devono prestare particolare attenzione a non fumare sigarette durante l’uso di questi prodotti. Le ricadute del fumo durante l’uso di prodotti sostitutivi possono produrre livelli molto elevati di nicotina nel sangue e nel latte, che potrebbero essere pericolosi.


    Svezzamento precoce? Alcune ricerche sembrano indicare che le mamme che fumano svezzano prima di quelle che non fumano. Tuttavia, una recente revisione di tali studi suggerisce che potrebbe non esserci una ragione scientifica valida per uno svezzamento precoce. Alcuni esperti ritengono che le mamme che continuano a fumare possano abbandonare l’allattamento perché preoccupate che il latte non sia sicuro per i loro bambini. Sono necessarie ulteriori ricerche per determinare se lo svezzamento precoce sia causato da qualche effetto fisico del fumo o da qualche altro fattore. Le mamme devono però ricordare che l’allattamento protegge i loro bambini proprio dalle malattie respiratorie per cui potrebbero essere preoccupate.

     

    CONCLUSIONI


    Decidi ciò che è meglio per voi.
    Alcune mamme smettono di fumare durante la gravidanza e l’allattamento. Altre mamme cercano di ridurre al minimo gli effetti del fumo fumando in una stanza diversa da quella del bambino, lasciando passare più tempo possibile tra il fumo di una sigaretta e la poppata successiva e mantenendo il numero di sigarette fumate al giorno il più basso possibile. Una riduzione del fumo in casa farà bene alla salute di tutta la famiglia, non solo a quella della bambina o del bambino. Ma anche se non smetti o non riduci il fumo, l’allattamento offre comunque importanti benefici per la tua salute e quella del tuo bambino o della tua bambina.

    Altre risorse su fumo ed allattamento:
    https://www.e-lactancia.org/breastfeeding/maternal-smoking/synonym/
    https://laleche.org.uk/smoking-vaping-cannabis-breastfeeding/
    https://www.lllc.ca/nicotine-breastfeeding
    https://www.lllfrance.org/vous-informer/fonds-documentaire/allaiter-aujourd-hui-extraits/1692-allaitement-et-tabac-alcool-drogues-etc

     

    Articolo originale su https://llli.org/breastfeeding-info/smoking-and-breastfeeding/

    Traduzione di Carla Scarsi
    Revisione di Annalisa Venturini e Roberta Voltazza
     

     

    Bibliografia

    van der Vaart, H. et al. Acute effects of cigarette smoking on inflammation in healthy intermittent smokers. Respiratory Research (2005), 6, 22. doi: 1465-9921-6-22 [pii] 10.1186/1465-9921-6-22 [doi]
    American Academy of Pediatrics Committee on Drugs. The transfer of drugs and other chemicals into human milk. Pediatrics 2001; 108(3):776-89.
    Amir, L. H. Maternal smoking and reduced duration of breastfeeding: a review of possible mechanisms. Early Hum Dev 2001; 64(1):45-67.
    Hale, T. Medications and Mothers’ Milk. Amarillo, TX: Pharmasoft Publishing, 2017.
    Haug, K. et al. Secular trends in breastfeeding and parental smoking. Acta Paediatr 1998; 187(10):1023-27.
    Mohrbacher, N. and Stock, J. The Breastfeeding Answer Book. Schaumburg, IL: LLLI, 2003.
    Nafstad, P. et al. Breastfeeding, maternal smoking and lower respiratory tract infections. Eur Respir J 1996; 9:2623-29.
    Ratner, P. et al. Smoking relapse and early weaning among postpartum women: is there an association? Birth 1999; 26(1):76-82.
    Steldinger, R. and Luck, W. Half lives of nicotine in milk of smoking mothers: implications for nursing. J Perinat Med 1988; 16:261-62.
    The Womanly Art of Breastfeeding. Schaumburg, IL: LLLI, 2004.
    Woodward, A. et al. Acute respiratory illness in Adelaide children: breast feeding modifies the effect of passive smoking. J Epidemiol Community Health 1990; 44:224-230.

  • Il riflesso di emissione forte

    di F. Raillhet, H. Declerck, H. Perez,Les Dossiers de l’Allaitement, n. 28, luglio-settembre 1996. Traduzione pubblicata ne “L’allattamento moderno” n. 16, autunno 1997. Revisione febbraio 2020

     

    Il riflesso di emissione forte è una situazione frequente e spesso disorientante,poiché può portare a sintomi, conseguenze e terapie differenti a seconda delle madri. Le conseguenze principali sono: un neonato che soffre di coliche e una madre stressata e scoraggiata. Non sempre è possibile trovare un rimedio totalmente efficace per questa situazione, che molto spesso migliora solo con il tempo. D’altronde, alcuni suggerimenti possono rendere il momento dell’allattamento più gratificante per la madre e per il neonato.

    Il riflesso di emissione è il meccanismo di rilascio del latte: l’espulsione attiva del latte dalla ghiandola mammaria, provocata dalla contrazione delle fibre muscolari (cellule a canestro) che circondano gli alveoli. Il riflesso di emissione è stimolato dall’ossitocina. Una quantità variabile di latte si raccoglie nella mammella tra una poppata e l’altra. Un po’ di latte accumulato nei seni lattiferi situati sotto le areole, incoraggia il neonato a poppare, azione che scatenerà i riflessi di emissione. Tutte le madri hanno riflessi di emissione a intervalli di pochi minuti, anche se, generalmente, solo il primo viene percepito.

     

    I possibili segnali sono:

    - Sensazione di tensione mammaria, prurito, formicolio al seno.

    - Fuoriuscita di latte dal seno succhiato e, spesso, (ma non sempre) dal seno opposto.

    - Contrazioni uterine (solo nel periodo immediatamente post-partum).

    - Sensazione di rilassamento e – a volte – di sete da parte della madre.

    - Cambiamenti nel ritmo della suzione del neonato: da rapido diventa lento e regolare, con deglutizioni ogni 1 o 2 movimenti di suzione.

    - Comparsa di latte agli angoli delle labbra del neonato.

     

    Per alcune donne questo riflesso è molto forte; il latte può schizzare con violenza (anche a distanza di un metro o più). Il problema per queste mamme è: “troppo e troppo veloce”. Una tale quantità di latte, che arriva con tanta forza, potrebbe superare le capacità di deglutizione del neonato. Per alcune madri questo si accompagna ad una secrezione di latte molto abbondante, per altre la secrezione di latte è più tranquilla.

    Le conseguenze e i metodi per ovviare a questa situazione, quindi, variano a seconda delle circostanze e dell’età del neonato.

     

    Durante le prime settimane

    Alcune volte la mamma capisce qual è la natura del problema, poiché vede il suo latte schizzare fuori con tale forza che il suo bambino “si strozza” durante la poppata e sembra “ingordo”. Altre volte, però, succede che il comportamento del bambino, che si divincola e si stacca dal seno, non viene compreso, lasciando la mamma disorientata. Per questo motivo, la descrizione che la mamma potrebbe dare del problema potrebbe essere:

    - il mio bambino ha le coliche;

    - il mio bambino vomita spesso;

    - il mio bambino ha il reflusso;

    - al mio bambino non piace ciucciare, si stacca e piange;

    - il mio bambino è troppo ingordo, ha una suzione troppo forte;

    - non ho abbastanza latte;

    - ho troppo latte;

    - il mio bambino è allergico al mio latte.

     

    I sintomi

    Possono variare molto, e molti di questi potrebbero avere altre cause. Sarà necessaria un’approfondita analisi prima di attribuire questi sintomi a un riflesso di emissione troppo forte.

    - Spesso il neonato ha una curva di crescita soddisfacente; il suo aumento di peso può anche essere di una rapidità impressionante. Inzuppa i pannolini; ha frequenti evacuazioni, e le feci possono essere verdi, o schiumose, o tutt’e due, poiché all’inizio della poppata ingerisce molta aria e/o molto latte di deposito, ricco di lattosio, e ciò accelera il passaggio delle feci nell’intestino e aumenta la fermentazione. Il neonato è tonico e sveglio. Può avere una suzione vigorosa. Alcuni neonati possono fare poppate molto corte (qualche minuto per volta) e/o poppano solo per mangiare, non per appisolarsi o per consolarsi.

    - L’avvio della poppata avviene generalmente bene, per poi peggiorare non appena sopraggiunge il riflesso di emissione: davanti al flusso di latte il neonato tossisce, s’ingozza, sputa, deglutisce rumorosamente...Alcuni neonati riescono a tenere sotto controllo il problema lasciando colare il latte, mentre altri si staccano dal seno urlando, oppure ve ne sono alcuni che rifiutano del tutto di prendere il seno.

    - Il neonato è spesso agitato durante la poppata; può dare l’impressione di essere continuamente affamato e succhiarsi frequentemente le dita, il che potrebbe far credere alla madre di non avere abbastanza latte.

    - Il neonato rigurgita spesso.Soffre di coliche e piange per ore. Ha molta aria nella pancia perché ne ingurgita tanta durante la poppata. Dorme male, si sveglia spesso, soprattutto durante il pomeriggio e la sera, cosa che, una volta di più, dà alla madre l’impressione di non avere abbastanza latte.

    - alcune donne non percepiscono il riflesso di emissione, altre ne sentono diversi durante la poppata. La sensazione percepita a volte è un formicolio, oppure potrebbe essere un fastidio o ancora un dolore sufficiente ad indurre la mamma a limitare il tempo in cui il neonato è attaccato al seno. Nell’immediato post-partum questi riflessi d’emissione possono essere accompagnati da contrazioni uterine, anche queste a volte dolorose.

    - Può accadere che una mamma abbia lo stesso problema con diversi figli successivi. Potrebbe quindi descrivere neonati molto tonici, con una suzione forte. È possibile che un simile quadro clinico sia il risultato della compresenza di una predisposizione materna con una particolare maniera di succhiare del bambino.

     

    Riconoscere il problema

    Non si incontrano sempre obbligatoriamente tutti i sintomi sopra descritti; alcuni neonati tollerano o gestiscono la situazione meglio di altri. Per contro, non bisogna dimenticare che i neonati che non ricevono abbastanza latte potrebbero presentare un certo numero di sintomi simili, quali l’irrequietezza al seno, il pianto frequente e il desiderio di poppare spesso.

    È necessaria una valutazione accurata della situazione, fino a quando non si risolve, poiché un riflesso di emissione troppo forte potrebbe anche provocare una stagnazione staturo-ponderale, se il rifiuto del neonato a poppare è particolarmente accentuato. Sarà indispensabile tenere sotto osservazione la curva di crescita, e seguire la frequenza delle evacuazioni.

    In ogni caso sarà indicativo l’insieme dei seguenti sintomi:

    - Il comportamento del neonato durante la poppata e in particolare al momento del riflesso di emissione.

    - Una gran quantità di pannolini bagnati.

    - Una crescita ponderale soddisfacente o rapida.

    - Uno sviluppo normale

    - L’assenza di patologie nel bambino.

     

    Alcuni suggerimenti

    Le tecniche suggerite possono essere diversamente efficaci a seconda delle madri. Potrebbe essere necessario quindi provarne diverse, individuando per tentativi quelle che si adattano meglio al proprio caso.

    - Staccare il neonato dal seno nel momento in cui si manifesta il riflesso di emissione e lasciar colare il latte(si può usare un asciugamano per tamponare, oppure un bicchiere o una tazza per raccoglierlo). Riattaccare il neonato al seno quando il latte ha cessato di uscire con forza. Alcuni neonati attendono pazientemente (oppure si staccano essi stessi dal seno per riprendere un istante dopo), ma altri si possono sentire molto frustrati. A volte si manifesta dopo poco un nuovo riflesso di emissione e bisogna staccare di nuovo il neonato dal seno.

    - Spremere un po’ di latte poco prima di attaccare il neonato al seno in modo da stimolare il primo riflesso di emissione che è generalmente il più violento. Ciò sarà particolarmente utile se il bambino dovesse irritarsi molto quando lo si stacca dal seno. In genere sarà sufficiente spremere il latte da un solo seno e lasciar colare il latte dall’altro seno mentre il bambino poppa.

    - Alcune madri trovano molto efficace attaccare il neonato ad entrambi i seni a orari ravvicinati (almeno ogni 2 ore).Intervalli brevi fra le poppate riducono la quantità di latte presente nei canali lattiferi, il che può far diminuire la pressione intramammaria e quindi la forza del riflesso di emissione.Per alcune madri, più frequentemente il neonato si attacca al seno, meno abbondante è sarà il flusso del latte emesso.

    - Altre madri, al contrario, trovano più efficace distanziare le poppate oppure offrire un solo seno a ciascuna poppata.Soprattutto se la donna ha una produzione di latte abbondante,( e il bambino cresce davvero tanto) questa stategia serve a diminuire la stimolazione mammaria e quindi la produzione di latte . Se il bambino fosse nervoso e volesse attaccarsi spesso al seno, può essere utile offrirgli lo stesso seno numerose volte di seguito anche per alcune ore (poppata a grappolo). Per evitare ingorghi, la mamma può spremerne un po’ l’altro seno per togliere la tensione, avendo presente che il fine non è quello di svuotare il seno.

    - Far fare spesso il ruttino al bambino.Staccarlo spesso dal seno per eliminare l’aria inghiottita, soprattutto se è irrequieto mentre poppa o sembra in difficoltà a gestire tutto il latte che arriva. Massaggiargli il pancino e dargli piccole pacche sulla schiena.

    - Allattare il neonato appena si sveglia o quando è sul punto di svegliarsi o di addormentarsi. Sarà più calmo e disteso.Se non è troppo affamato, popperà con meno forza e il latte affluirà meno velocemente. Spesso le poppate notturne vanno meglio: il neonato succhia con più calma, ingerisce meno aria e si riaddormenta con più facilità. Durante la giornata conviene allattare in un ambiente tranquillo, lontano dal baccano dei giochi degli altri bambini (nei limiti del possibile!).

    - Variare le posizioni.Potrà andare meglio se il neonato viene attaccato al seno in una posizione che faciliti l’eliminazione del latte in eccesso. Se la madre è seduta, potrà sistemare il bambino in una posizione più verticale, inclinando il busto all’indietro o sistemandolo a cavalcioni sulle proprie ginocchia. Potrà allattare sdraiandosi sul fianco, oppure potrà sdraiarsi sulla schiena nella posizione semisdraiata e sistemare il neonato prono su di lei, sull’addome o per traverso sul proprio petto.

    - Sarebbe preferibile che la madre non spremesse regolarmente il latte dal senoperché questa stimolazione potrebbe aggravare la situazione. Se lo sta facendo, potrebbe gradualmente smettere. Allo stesso modo, l’uso regolare di conchiglie raccogli-latte può far persistere il problema a causa della stimolazione che provocano sul seno. Eliminare le conchiglie (utilizzando piuttosto per assorbire il latte delle coppette assorbilatte, dei fazzoletti, degli asciugamani) potrebbe gradualmente migliorare la situazione.

     

    Dopo le prime settimane

    Quando il bebé cresce, alcuni problemi causati da un riflesso d’emissione troppo forte si attenuano. Altri, al contrario, possono divenire evidenti con il passare del tempo. Può succedere che la mamma si accorga tardivamente che le cose non procedono bene sia perché il bambino non aveva troppe coliche sia perché le era stato detto che le coliche passavano col tempo. Potrebbe anche aver pensato fosse normale che il suo bambino soffocasse per il troppo latte.

     

    Vissuto materno

    - Ho l’impressione che il mio bambino non ami più ciucciare e voglia svezzarsi.

    - Ho sempre meno latte.

    - Il mio bambino si rifiuta spesso di poppare.

    - Il mio bambino ha molte coliche, vomita spesso.

    - Ho le ragadi, ho i seni dolenti.

    - Il mio bambino non aumenta sufficientemente di peso.

    - Ho molte difficoltà a comprendere il comportamento del mio bambino, non so mai cosa voglia.

     

    Sintomi

    Uno dei principali sintomi di questo periodo è che il bambino ciuccia male;

    - continua ad andargli il latte di traverso;

    - tossisce e sputa il latte dappertutto;

    - può rifiutare il seno più o meno regolarmente, mettere in atto degli “scioperi del poppante“;

    - può essere molto agitato durante la poppata, respingere il seno, colpirlo o morderlo;

    - può rifiutare di prendere più di un seno per poppata;

    - a volte, avendo imparato a considerare le poppate come esperienza stressante, ciuccia solo quando è affamato e unicamente per soddisfare la fame; preferirà succhiarsi il pollice o un sostituto qualsiasi per soddisfare il suo bisogno di suzione;

    - potrebbe ciucciare in modo scorretto, in modo da non stimolare il riflesso d’emissione o in modo che sia minimo, dato che quando ciuccia correttamente riceve troppo latte. Impara quindi a utilizzare la lingua, le gengive e le labbra in maniera anomala per poter controllare meglio il flusso del latte. Spesso, se la secrezione del latte materno cala, il bambino sarà più a suo agio nel poppare. Tuttavia a volte può succedere che non sappia più poppare in modo corretto o che sia talmente abituato ad avere molto latte senza sforzarsi da non provare neanche più a farlo efficacemente.

    - la mamma potrebbe avere i seni dolenti a causa della suzione scorretta del bambino, se lui serra le gengive per limitare il flusso di latte.

    - I riflessi d’emissione potrebbero rimanere sempre forti, oppure potrebbero essere sentiti molto meno dalla mamma, cosa di per sé normale; quando si presenta questa circostanza è però opportuno verificare che non ci sia un abbassamento importante della produzione, soprattutto quando la mamma è passata da un riflesso molto forte a “nessuna sensazione” durante il riflesso e, in particolare se questo passaggio avviene in poco tempo. Il tutto potrebbe anche avvenire in modo graduale, cosicché la madre non si accorge di niente. Oppure lei potrebbe considerare il cambiamento del ritmo delle poppate come un segno di miglioramento.

    - Il bebé soffre spesso di coliche violente. Potrebbe avere scariche schiumose e verdi e molta aria. Potrebbe rigurgitare molto latte.

    - Certi bambini continuano a prendere molto peso, e possono anche presentare disturbi caratteristici dovuti alla sovralimentazione. Ma, in alcune madri, si osserva più o meno rapidamente un abbassamento della secrezione lattea o una secrezione lattea con livelli che oscillano in maniera estremamente variabile. Questo andamento può indurre nel bambino un arresto della crescita staturo-ponderale dovuto al fatto che egli manda giù molta aria, che non riceve tutto il latte della poppata ma assorbe solo grandi quantità del latte di deposito, e che distanzia le poppate. Questa debole crescita potrebbe non essere rilevata a causa del fatto che la sorveglianza medica è generalmente meno frequente dopo le prime settimane.

    - Il vissuto materno è poco gratificante. La madre può vivere in maniera negativa l’allattamento di questo bambino poco soddisfatto, e che le dà l’impressione di non amare né il suo latte, né le poppate. Di fronte ad un bambino “difficile”, non è facile sentirsi competente, sviluppare il proprio istinto materno e imparare a riconoscere la causa dei pianti. La mamma potrebbe anche avere problemi di abbigliamento, soprattutto se ha troppo latte: trovarsi in continuazione con le maglie “bagnate” potrebbe anche porre problemi a livello di coppia. Allattare in pubblico le sarà difficile: il latte cola dappertutto, deve sempre avere a portata di mano un asciugamano. Tutto questo potrebbe portare a uno svezzamento precoce, sia che il bambino non voglia più ciucciare, sia che la mamma non sopporti più la situazione difficile.

     

     

    Bibliografia:

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    -D. Elkhoury, Le réflex d’éjection violent: comment le détecteur et l’atténuer. La Berceuse, Sett. 1990.

    -M. Jozwiak, Overactive let-down: consequences & treatments.LeavenSett-Ott 1995.

    - «Ainsi que les résultantes de l’enquête sur le vécu des mères ayant un réflexe d’éjection trop fort», Congresso Nazionale de LLL Francia, 1994.

     

    Traduzione di Margherita Colaci e Silvia Colombini

  • In quale posizione posso mettere il bambino al seno?

    Nelle prime settimane, una posizione efficace e comoda per mamma e bambino è molto importante per evitare dolori ai capezzoli e consentire alla bambina o al bambino di poppare efficacemente. Le domande legate alle irritazioni ai capezzoli sono tra le più frequenti che le mamme rivolgono alle Consulenti de La Leche League e la posizione e l’attacco efficace della bambina o del bambino al seno contribuiscono a risolvere molti di questi problemi.

    Come avrai notato, questa pagina è piuttosto lunga. Le mamme allattano da sempre, ma come spesso accade, ci vogliono molte parole per descrivere compiti in realtà semplici. Le Consulenti de La Leche League hanno una grande esperienza nel guidare le mamme a trovare la posizione più adatta al loro seno e al loro bambino o bambina.

    Se la preparazione all’allattamento ti sembra un’impresa difficile, contatta la Consulente più vicina per avere le informazioni e il sostegno necessari a rendere le cose più facili.

     

    Come trovare una buona posizione

    Trova una posizione comoda per te, che assicuri un solido sostegno alla schiena, quindi appoggia in grembo dei cuscini per sostenere le braccia e posa i piedi su un poggiapiedi o su un grosso libro.

    Accosta il bambino a te, in modo tale che non debba girare la testa per arrivare al seno e abbia le anche flesse. La bocca e il naso ma anche tutto il corpo sono rivolti verso il capezzolo.

    Se è possibile, chiedi a qualcuno che ti passi il bambino dopo aver trovato una posizione comoda. (Vedi altri dettagli nella sezione “Un passo avanti”).

    Sostieni il seno per evitare che prema sul mento del bambino, che deve essere ben appoggiato. (Vedi oltre la sezione su “Come sostenere il seno”.)

    Attacca il bambino al seno. Stimolalo ad aprire bene la bocca e avvicinalo a te sostenendogli la schiena e il collo (non la nuca) e facendo in modo che il mento si appoggi bene al seno.

    E ora goditi questo momento!

    Se avverti dolore, stacca delicatamente il bambino (mettendo un dito, pulito e con l'unghia tagliata nell'angolo della bocca per interrompere la suzione) e riprova. Nelle prime settimane, può essere necessario ripetere più volte questa sequenza. Con un po’ di esercizio, ed entrando in sintonia con il tuo bambino, troverai la tecnica più adatta a voi. Man mano che acquisisci esperienza nell’allattamento, scoprirai molte posizioni alternative, che potrai utilizzare nelle diverse poppate. Purché tu sia comoda e il bambino riesca a succhiare bene, puoi scegliere la posizione che ti è più congeniale. Prova le posizioni illustrate di seguito. Ricorda: indipendentemente dalla posizione, è molto importante portare il bambino alla stessa altezza del capezzolo. Se la posizione ti costringe a chinarti verso il bambino, rischi di provocarti dolore alla schiena, contratture al collo o alle spalle o irritazioni ai capezzoli.

     

     La posizione semisdraiata

    La posizione che probabilmente sperimenterai nel primo contatto pelle-a-pelle dopo il parto è la posizione semisdraiata o a stile libero, che trovi illustrata cliccando qui.

    È una posizione che risulta molto comoda e fisiologica per tante mamme e molti bambini; permette di rilassarsi mentre si allatta e poiché si allatta in tanti momenti della giornata, specie nelle prime settimane, vale senza dubbio la pena di provarla. 

    E se non ti senti tuo agio semisdraiata? Tranquilla non esistono obblighi o divieti in allattamento, cerca serenamente una posizione che funzioni per te. 

      

    La posizione tradizionale

    Questa posizione è la più usata dopo le prime settimane mentre all’inizio, la presa di transizione (vedi oltre) ti garantisce maggiore controllo se necessario.

    Quando allatti tenendo la tua bambina o il tuo bambino in braccio o in grembo, controlla che giaccia sul fianco, con le spalle allineate alle anche e la bocca alla stessa altezza del capezzolo. Soprattutto nei primi tempi, può essere d'aiuto usare uno o più cuscini per sorreggere gomiti e avambracci ed aiutarti a portare il bambino alla giusta altezza. Sostieni il seno come descritto di seguito nella sezione “Come sostenere il seno”. La testa della bambina o del bambino appoggerà sul tuo avambraccio mentre la sua schiena si troverà tra l’avambraccio e il palmo della tua mano. Guardando verso il basso, vedrai il suo fianco. La sua bocca dovrebbe coprire una buona porzione di seno, come se stesse dando un grosso morso ad un panino. Verifica inoltre che il suo l’orecchio, la spalla e le anche siano ben allineati, cioè che non ci siano torsioni o posizioni faticose per lui o lei.

     

    La presa di transizione

    Nel corso delle prime settimane, molte mamme trovano utile questa variante della posizione tradizionale. In questa posizione, la bambina o il bambino sono sostenuti dal braccio della mamma opposto rispetto al seno a cui si attacca: seno sinistro - braccio destro e viceversa (eventualmente appoggia il braccio su un cuscino). Il braccio materno, anche in questa posizione, porta la bambina o il bambino alla stessa altezza del capezzolo. Se ti stai preparando ad allattare con il seno sinistro, sostieni il seno con la mano sinistra usando la presa a “U”. (Vedi oltre nella sezione “Come sostenere il seno”.) Appoggia delicatamente la mano destra dietro alle orecchie e al collo del bambino, con indice e pollice dietro a ciascun orecchio. Il collo del bambino è quindi appoggiato tra il pollice e l’indice della tua mano, che sorreggono aiutando la testa. Il palmo della tua mano si trova invece tra le scapole del bambino. Assicurati che fin dall’inizio la sua bocca sia vicina al seno, con il capezzolo all'altezza del naso. Quando il bambino spalanca la bocca, avvicinalo velocemente a te usando la mano che sostiene il bambino o la bambina. La sua bocca coprirà una buona porzione di areola.

     

    La presa sottobraccio

    Questa posizione (nota anche come presa “a rugby”) è ottima per una mamma che ha subito il parto cesareo, perché il bambino è lontano dalla ferita. La maggior parte dei bambini apprezza molto questa posizione. Nella presa sottobraccio, sostieni la testa del bambino o della bambina con la mano del lato a cui si attacca, mentre la sua schiena è appoggiata al tuo braccio, col corpo posto lungo il tuo fianco, e con l’altra mano sostieni il seno con una presa a “C”. (Vedi “Come sostenere il seno”, più avanti). Il suo volto si trova di fronte a te, con la bocca all’altezza del capezzolo. La bambina o il bambino ha le gambe e i piedini sotto al tuo braccio. Anche in questo caso, i cuscini possono aiutarti a sostenere meglio il bambino.

     

    Allattare sdraiate

    Tante mamme trovano che questa posizione sia molto comoda, soprattutto di notte. Mamma e bambino giacciono di fianco, l’una di fronte all’altro, il bambino o la bambina è posizionato con il capezzolo della mamma di fronte al nasino. Puoi mettere dei cuscini dietro la schiena e dietro o tra le ginocchia, per stare più comoda e un cuscino o una coperta ripiegata dietro la schiena del bambino per sorreggerlo ed evitare che finisca a pancia in su. Invece del cuscino, puoi anche reggere la sua schiena con il braccio. Se tiene le anche flesse e orecchio, spalla e fianco allineati, ma soprattutto pancia e gambe aderenti al tuo corpo, la bambina o il bambino riuscirà a poppare più facilmente. Alcune mamme hanno visto che fare un po’ di pratica con questa posizione durante il giorno aiita a gestire poi meglio i movimenti nel bel mezzo della notte. 

     

    Come sostenere il seno

    Mentre tieni il bambino in una delle posizioni descritte in precedenza, potresti aver bisogno di sorreggere il seno con la mano libera, evitando che il peso delle mammelle possa ostacolare il bambino e facilitandogli in questo modo la poppata.

    La presa a “C”: vedi sopra, l’illustrazione della posizione tradizionale e le foto a sinistra. Sostieni il seno mettendo sopra il pollice e le altre dita al di sotto, ben lontane dall'areola. Le dita devono essere tenute ben lontane anche dalla bocca del bambino. Questa presa è utile quando si sceglie la posizione sottobraccio o una posizione in cui la bambina o il bambino sono posizionati in verticale.

    La presa a “U”: appoggia le dita di piatto sotto al seno, con il mignolo nella piega che si forma tra il seno e la cassa toracica. Lascia cadere il gomito in modo che il seno sia sostenuto tra il pollice e l’indice. Il pollice si troverà sul lato esterno del seno mentre le altre dita saranno sul lato interno. Questa presa è particolarmente utile quando si allatta nelle posizioni tradizionale e di transizione

     

    Il bambino è attaccato efficacemente?

    Al momento di attaccare il bambino, usa il capezzolo per solleticargli il labbro di sopra. Questo lo stimolerà ad aprire bene la bocca (come quando sbadiglia). Direziona il capezzolo verso il palato del bambino e avvicinalo a te facendo in modo che il mento si appoggi al seno.

    Come verificare che l’attacco della bambina o del bambino sia efficace: il suo naso è staccato dal seno, mentre il mento è attaccato, vicinissimo, sprofondato nel seno, ha le labbra ripiegate verso l’esterno la sua bocca copre una buona porzione di seno. Se l’attacco risulta scomodo o doloroso, inserisci delicatamente un dito nell’angolo della sua bocca per staccarlo e riprova.

    Quando il bambino o la bambina si attacca al seno, inizialmente succhierà senza deglutire, mentre posiziona il capezzolo in bocca e “segnala” al seno di essere pronto per l’emissione del latte. Non appena riceve il latte, vedrai mandibola e mascella in movimento, fino all’orecchio e gli vedrai fremere le tempie. Inoltre lo sentirai deglutire prima rapidamente, poi più lentamente, man mano che il suo appetito viene soddisfatto.

     

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • L'importanza del controllo quantitativo delle evacuazioni del neonato

     

  • Possono esserci altre cause per il dolore al seno?

    Altre cause di dolore al seno (non necessariamente durante la calata del latte) possono essere le seguenti:

    • uso improprio del tiralatte
    • reggiseno troppo stretto
    • lesione o intervento chirurgico al seno
    • dolori premestruali
    • seno fibrocistico

    Inoltre anche alcune donne con il seno molto grande provano dolori al seno mentre allattano.

    Il dolore al seno può anche essere causato dal fatto che il bambino stringe il capezzolo invece di succhiare: in questo caso approfondisci cliccando il tag "ragadi".

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Quali sono i fattori che influiscono sulla produzione di latte?

    La produzione di latte è determinata dalla frequenza ed efficacia delle poppate.

    La suzione del bambino determina il rilascio da parte dell’ipofisi degli ormoni prolattina e ossitocina: il primo è coinvolto nella produzione di latte. Il secondo causa delle contrazioni muscolari all’interno del seno, che spremono il latte nei dotti lattiferi fino al capezzolo in modo che il bambino possa assumerlo (riflesso di emissione).
    L’ossitocina che attiva la “spremitura” degli alveoli, arricchisce il latte di grassi. È importante lasciare che il bambino si alimenti ad un seno fino a che non si stacca da solo, proprio perché sarà lui a deciderne la sazietà, per poi passare all’altro seno se ce n’è ancora bisogno.

    Ecco alcuni fattori che NON influiscono sulla produzione di latte e che sono vecchi miti:

    • bere molto, oltre al proprio senso di sete
    • “bere latte perché fa latte”
    • mangiare alimenti particolari
    • aspettare un determinato intervallo fra una poppata e l’altra

    Essi vengono ancora considerati utili quando in realtà il meccanismo di produzione è regolato esclusivamente dalla rimozione efficace e frequente del latte dal seno.

    Talvolta il riflesso di emissione del latte è inibito da eventi stressanti, che bloccano l'ossitocina e quindi non facilitano la fuoriuscita di latte. Possono essere dei forti spaventi, dei lutti, degli attacchi di rabbia, o momenti di estrema preoccupazione, di dolore fisico o anche di forte stanchezza. Per questo si sente dire che uno spavento "fa andare via il latte": in realtà il latte non sparisce definitivamente, semplicemente non riesce ad uscire perché, in qualche modo è momentaneamente "bloccato" dagli ormoni.

    Per uscire da questa situazione è importante attaccare comunque il bambino al seno, trovare dei momenti sereni per mamma e bimbo, cercare di riposare e rilassarsi il più possibile per permettere al latte di uscire con più facilità. Questo permetterà di non diminuire il latte prodotto e proseguire con l’allattamento.

    Puoi approfondire tutti gli aspetti dell’anatomia del seno al lavoro in questo articolo Anatomia di un seno al lavoro.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Quante poppate dovrebbe fare il mio bambino?

    Inizialmente il corpo materno non sa di quanto latte avrà bisogno il bambino (quel bambino!) e pertanto, nelle prime settimane di vita, allattandolo frequentemente, almeno tra 8 e 12 volte nell’arco delle 24 ore, la produzione si stabilizzerà sui suoi effettivi bisogni. Ciò avviene secondo il principio della domanda e dell’offerta stimolando un’abbondante produzione di latte.

    Successivamente, dopo il primo mese, la produzione di latte è maggiormente influenzata dal maggior drenaggio del seno che dalla frequenza delle poppate; infatti se il seno è pieno più la velocità di produzione rallenta e al contrario più il seno viene svuotato maggiore è la velocità di produzione del latte.
    Un altro fattore di cui tener conto nella gestione dell’allattamento è la capacità che ha il seno di immagazzinare latte tra le poppate.
    È un fattore che cambia da mamma a mamma, da seno a seno, a volte anche tra un seno e l’altro della stessa madre; di conseguenza può essere molto vario. La cosa importante da sapere è che questa capacità non dipende dalle dimensioni del seno, anche se la taglia è uno dei fattori coinvolti nell’immagazzinamento.
    In pratica una madre con un seno grande che abbia una capacità d’immagazzinamento grande, potrebbe poter attendere più a lungo tra una poppata e l’altra prima di allattare o svuotare il seno. Una madre con un seno di dimensioni inferiori potrebbe avere una capacità d’immagazzinamento minore e quindi avrà bisogno di allattare più spesso per svuotare e calibrare la produzione. In questo modo potrà anche ridurre la sensazione di tensione dovuta al frequente riempimento del seno per non incorrere in un rallentamento della produzione.

    La capacità di immagazzinamento non ha nulla a che vedere con la produzione di latte: seni piccoli sono in grado di produrre latte allo stesso modo dei seni grandi ma a volte portano a gestioni diverse dell'allattamento.

    Puoi approfondire tutti gli aspetti dell’anatomia del seno al lavoro in questo articolo Anatomia di un seno al lavoro.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Sento male durante la “calata” del latte. Come mai? Come posso risolvere?

    Un riflesso di emissione doloroso può occasionalmente verificarsi mentre il tuo corpo si prepara a nutrire il tuo bambino. Le tecniche di rilassamento che hai sperimentato durante il travaglio ti potrebbero aiutare ad affrontare anche questo piccolo disagio.

    Durante la poppata è importante adottare posizioni comode, senza sforzarti o chinarti sopra il tuo bambino mentre lo allatti. Schiena, braccia, gambe e gomiti devono essere ben sostenuti e i muscoli delle spalle e del collo devono essere rilassati.

    Potrai avvertire delle fitte acute all’interno del seno durante la calata del latte, dovute al fatto che i dotti galattofori stanno convogliando il latte verso il capezzolo. Queste fitte scompariranno mano a mano che il tuo organismo si “abitua” all’allattamento.

    Ci possono essere molte altre cause di calata dolorosa del latte che devono essere prese in considerazione:

    • Grande quantità di latte. Alcune donne scoprono di produrre una gran quantità di latte e/o di avere un riflesso di emissione molto forte. Se è il tuo caso, noterai che il bambino tossisce o sputa a causa della quantità del latte e dell’intensità della calata. Alcune madri trovano utile allattare solo ad un seno per volta, oppure, durante la tornata del latte, puoi aiutare il tuo bambino staccandolo dolcemente dal seno, spruzzando un po’ di latte in una salviettina e riattaccando il bambino quando il flusso di latte rallenta. Con il passar del tempo, il bambino riuscirà a controllare meglio la produzione e la fuoriuscita del latte e questi disturbi tenderanno a scomparire.
    • Ingorgo. Anche l’ingorgo può causare dolore al seno. Per ulteriori informazioni sull’ingorgo, clicca il tag "ingorgo" per leggere lepagine dedicate a questo tipo di dolore al seno.
    • Strappo muscolare o lesione durante il parto. Uno strappo o una lesione ai muscoli del torace – che sono gli stessi muscoli che sostengono il seno – può causare un dolore che sembra provenire dall’interno del seno stesso.
    • Infezione al seno o dotti ostruiti. Durante le prime settimane di allattamento è possibile che tu soffra di dotti ostruiti, o abbia contratto un’infezione al seno durante il soggiorno in ospedale. Per ulteriori informazioni clicca il tag "mastite" per leggere lepagine dedicate a questo tipo di dolore al seno.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League consultando le pubblicazioni de La Leche League.